Punti nascite, la commissione consiliare boccia Ortona, Sulmona, Atri e Penne

Tagli previsti per tutela di madri e nascituri

22 Dicembre 2014   09:49  

Sembra farsi più concreto il rischio di riduzione dei punti nascita in Abruzzo, in virtù delle ultime norme che prevedono la chiusura per quei reparti che non toccano le quote minime stilate negli accorsi Stato-Regione del 2010.

La commissione nominata dal consiglio regionale, infatti, ha consegnato nelle mani dell'assesore alla Sanità Silvio Paolucci il dossier stilato a seguito dei controlli, da cui risulta che a rischio chiusura vi sarebbero i punti nascita degli ospedali di Ortona, Sulmona, Atri e Penne, su un totale di 128 in tutta Italia.

I tagli avverrebbero non per ragioni di costi, ma più che altro per ragioni di maggiore tutela di partorienti e nascituri. Nello stilare la relazione, il pool di esperti (in prevalenza ginecologi, neonatologi ed ostetriche) ha tenuto conto dei seguenti parametri: i presidi ospedalieri che negli ultimi 3 anni hanno effettuato un numero di parti compreso tra 500 e 1.000; il numero di sale travaglio e sale parto idonee a garantire il numero di parti prevedibili all’interno della struttura ospedaliera; il rispetto degli standard previsti dall’accordo Stato-Regioni; il riequilibrio territoriale dell’offerta; il bacino di utenza calcolato sulla base degli accessi al presidio ospedaliero delle donne tra i 15 e i 45 anni.

Il taglio dovrebbe decretato dalla giunta regionale entro fine anno, ma non dovrebbe avere effetti immediati: saranno i direttori generali delle quattro Asl a predisporre il cronoprogramma e a trasmetterlo al commissario e al comitato punti nascita, il quale a sua volta è chiamato a definire entro 60 giorni percorsi assistenziali che garantiscano integrazione dei servizi tra territorio e ospedale.


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