Quale futuro per i dipendenti di Villa Pini?

14 Gennaio 2010   15:29  

Ed ora che succede? Se lo chiedono in molti, ma soprattutto se lo chiedono gli oltre 1600 dipendenti del Gruppo Villa Pini alla luce del provvedimento firmato ieri dal Presidente Chiodi che di fatto sospende l'accreditamento a 4 delle sei strutture riconducibili a Vincenzo Angelini.

La clinica Villa Pini ed il centro Maristella di Chieti, il S.Maria di Avezzano e il centro "La Cicala" di Atessa da oggi non possono più erogare servizi per conto del servizio sanitario, per i pazienti invece già ricoverati entro 90 giorni dovranno essere trasferiti in altre strutture sanitarie. Si attende, inoltre, la comunicazione dell'Inps per dar seguito ad un'altra sospensione quella relativa al San Stefar, mentre per la Sanatrix dell'Aquila l'ancora di salvezza é costituita dal decreto sul terremoto i cui effetti però si esauriranno a fine mese. In teoria Angelini ha ora 180 giorni di tempo per trovare una soluzione, scaduti i quali si andrà all'inevitabile revoca degli accreditamenti. Passaggio obbligato dunque quello della Regione Abruzzo che ora ha un altro obiettivo, risolvere la vertenza dei lavoratori senza stipendi da nove mesi. Il provvedimento firmato ieri da Chiodi, da questo punto di vista, apre una prospettiva, in quanto l'effetto immediato é quello di una contrazione dell'attività di assistenza, quindi mancanza di commesse, quindi dichiarazione di crisi, quanto basta per far scattare gli ammortizzatori in deroga. Ora la palla passa ai vertici aziendali chiamati a partecipare al confronto con i sindacati in vista dell'incontro che l'assessore regionale alle politiche del lavoro Paolo Gatti dovrebbe convocare per i primi di febbraio. Fino ad ora, però, gli amministratori del Gruppo Angelini non hanno mai mostrato spirito collaborativo ed allora ecco che la salvezza dei lavoratori potrebbe giungere direttamente dalla Procura di Chieti impegnata su due fronti principalmente: il primo relativo all'inchiesta condotta dal procuratore capo Mennini sull'ipotesi di bancarotta fraudolenta per distrazione, in realzione alla presunta sparizione di 100 milioni di euro dai conti del Gruppo Angelini; il secondo relativo alle istanze di fallimento presentate da vari creditori e su parte delle quali deciderà il giudice il prossimo 9 febbraio. E' chiaro che di fronte ad una probabile dichiarazione di fallimento, che sia per bancarotta o per insolvenza, per i lavoratori del gruppo si aprirebbero scenari più confortanti.

di Luca Pompei


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