Quali differenze tra le auto storiche e le auto d'epoca?

24 Marzo 2016   13:07  

Possedere un'auto storica o d'epoca, oggi, potrebbe essere una buona scelta per chi vive in Italia. Le agevolazioni fiscali previste dal governo sono diverse e, se l'auto possiede i requisiti necessari a essere dichiarata tale, il bollo e l'assicurazione saranno decisamente ridotte. Anche se molti potrebbero pensare che auto storiche e auto d'epoca siano la stessa cosa, queste definizioni non sono assolutamente sinonimi: le due categorie di auto sono ben distinte tra loro e le certificazioni di auto storica o d'epoca comportano diverse conseguenze. La normativa che determina ciò è contenuta nell'articolo numero 60 del Codice della Strada.

Auto d'epoca
Se un'auto è realmente d'epoca e non soltanto una vettura con parecchi anni e chilometri alle spalle, allora non potrà più circolare su strada, in quanto priva dei requisiti minimi per essere utilizzata in strade pubbliche. Per questo motivo, essa verrà cancellata dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e l'unico modo per utilizzarla resterà la partecipazione a mostre, eventi organizzati appositamente e autorizzati e l'esposizione in vari musei o saloni. Per questo tipo di uscita, l'auto avrà bisogno di una targa provvisoria e di un foglio di via libera, rilasciato dalla Motorizzazione civile. I proprietari di talli pezzi da collezione, insomma, dovranno dimenticare il sogno di poter esporre la propria auto su strada, in quanto è molto complicato farle circolare e per questo, queste auto rimarranno praticamente sempre in garage. Non è sempre un male, però, tenere questi pezzi storici in garage: dal punto di vista dell'assicurazione, infatti, si risparmiano molti soldi: la formula garage permette di ridurre tantissimo il costo della rata. Altra cosa è, invece, ottenere i certificati attestanti che si tratti davvero di un'auto d''epoca: la vettura dovrà passare una serie di controlli, disposti da un tecnico competente in materia alla motorizzazione civile. Superati questi test, verrà rilasciato al proprietario un certificato di rilevanza storica e collezionistica, con la conseguente iscrizione del veicolo nei registri a norma di legge.

Auto storiche
Rispetto alle auto d'epoca, le auto storiche hanno più ampio spettro di utilizzo: infatti, esse possono circolare liberamente su strada, a patto che siano dichiarate conformi da chi di dovere. Le auto storiche (o di interesse collezionistico) devono possedere dei certificati per essere dichiarate tali: l'iscrizione all'ASI (Automotoclub Storico Italiano), oppure, anche in assenza di questa, il certificato di Rilevanza Storico Collezionistica. I controlli che queste auto devono passare sono i medesimi delle auto d'epoca, sempre presso la Motorizzazione civile, se non incrementati: l'obbligo di revisione è ogni due anni e per spostarsi con esse deve comunque essere rilasciata una carta di circolazione. Per un secondo attestato, quello di datazione e storicità, ci saranno altri controlli ancora: si verificherà ora che i pezzi della carrozzeria, il motore, tutti gli elementi meccanici e del telaio siano originali e conformi alla marca dell'auto, e in buono stato di conservazione. Se l'auto sarà proprio un gioiellino della categoria, sarà ritenuta di interesse storico e tutelata in quanto tale.

Agevolazioni fiscali per le auto storiche/d'epoca
Dal punto di vista assicurativo e del bollo, le auto sia storiche che d'epoca godono di alcuni vantaggi, come sancito dalla legge di Stabilità del 2015: le auto con più di vent’anni ma meno di trenta devono essere sottoposte al pagamento del bollo, che tuttavia sarà ridotto a poche decine di euro all'anno. L'assicurazione non terrà conto del "Bonus-Malus", cosa che ridurrà ancor di più la rata. Per le auto con più di trent''anni, invece, rimarrà solo l'obbligo di pagare la tassa di circolazione, sempre a patto che si tratti do auto storiche e non d'epoca, che come abbiamo detto non hanno i requisiti minimi per circolare. Stesso discorso sulle assicurazione per autocarri d’epoca che godono di numerosi vantaggi com’è giusto che sia. Insomma, per possedere un'auto del genere non si spendono che poche centinaia di euro all'anno.


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