Rapporto Caritas: aumentano i poveri, Abruzzo quasi ultimo in Italia per spesa sociale

05 Novembre 2013   13:03  

Sono dati allarmanti quelli forniti oggi dalla Caritas relativa alla povertà in Abruzzo e Molise, ovvero relativa a quasi 1,7 milioni di italiani vittime della crisi, e di politiche economiche sempre più fallimentari e dannose.

Le richieste di accesso ai servizi offerti dalla Caritas nel 2012 sono state 44mila, in netto aumento rispetto al 2011.

A Pescara, una delle città più problematiche, si è passati dalle 1.633 richieste del 2008 alle 3.660 del 2012, con un incremeto del 120%.

Una conferma, spiega il direttore Caritas don Marco Pagnello, di una povertà estrema che in Italia non si concentra più solo nelle città metropolitane, ma anche nelle città di provincia, negli entroterra.

E a scivolare nella miseria diventa molto più facile, soprattutto per il ceto medio, falcidiato dalla crisi, e per i precari che in caso di perdita di lavoro non hanno nessuna tutela, non esistendo in Italia il reddito minimo di cittadinanza, come in quasi tutta Europa, e sono ignorati dai sindacati e classe politica.

Ma il dato più vergognoso, relativo all'Abruzzo, è che la nostra regione, per spesa sociale è agli ultimi posti insieme a Molise e Calabria, ben al disotto della media italiana ed anche addirittura del Sud Italia.

La spesa sociale in Abruzzo nel 2009 è stata infatti dello 0,30% rispetto al Pil, in Molise del 0,18%, quando la media del Mezzogiorno è del 0,40%, e dell'Italia dello 0,46%.

Le persone che si rivolgono alla Caritas lo fanno prima di tutto per avere beni materiali 37,9%), come il classico pacco alimentare, per chiedere ascolto, per sfogarsi, per parlare con qualcuno, il 37,1%), dato questo molto significativo, e poi per chiedere lavoro (8,2%), per avere piccoli sussidi economici, ad esempio per pagare le bollette e gli affitti, (7,4%) e ancora per chiedere un alloggio, cure mediche, consulenze di vario tipo che non saprebbero altrimenti dove trovare.

A rivolgersi alla Caritas sono più le donne (57%), che gli uomini (43%), e in generale il 68% sono disoccupati.

A far riflettere anche il dato relativo all'età: in forte aumento le richieste di aiuto che provengono dalla fascia di età compresa tra i 35-44 anni, le più esposte all'espulsione dal ciclo produttivo.

E ancora: aumentano gli italiani, che passano dal 50,8% del 2011, al 55,3%, mentre diminuiscono parallelamente gli stranieri che nel 2011 erano il 49,2% e nel 2012 il 44,6%.

Aumentano anche i senza tetto, in regioni in cui ci sono migliaia di case vuote e invendute. 

Si legge infine in una nota della Caritas:

''Il titolo del rapporto "Cinque pani e due pesci. Dal bisogno all'azione" fa riferimento al brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci. "La scelta del titolo - ha spiegato il direttore regionale della Caritas don Marco Pagniello - e' dettata dalla considerazione che nella situazione socio-economica nella quale si trova il sistema Italia, l'unica possibilita' che si ha per combattere la crisi economica e valoriale e' quella di creare alleanze e lavorare in comunione mettendo a servizio del bene comune le poche risorse disponibili".

L’orientamento prevalente delle Caritas abruzzesi e molisane è l’adozione di un’attività di aiuto agli accollti nei CdA, volta sempre più al rafforzamento e al potenziamento sociale degli individui, Si sta operando, pertanto, in modo tale da accompagnare persone, famiglie e imprese a superare e migliorare le proprie difficoltà sociali ed economiche in via definitiva e non solo momentanea.

A tale scopo sono stati attivati ben 47 progetti “anti-crisi” a sostegno di vari soggetti in difficoltà. Il 54 % di essi riguarda progetti di Aiuto a Fondo Perduto; il 38 % fa riferimento a progetti di Microcredito e l’8% a Carte Acquisti, empori della solidarietà (veri e propri supermercati gratuiti), distribuzione di alimenti e prodotti per bambini.

“Questo Rapporto Annuale rappresenta – ha dichiarato don Pagniello - l’intento di comprendere meglio il contesto strutturale in cui le azioni delle Caritas vanno a collocarsi e le strategie possibili per meglio rispondere alle esigenze di quanti vengono quotidianamente, ma al contempo per riconoscere i nuovi bisogni emergenti non ancora pienamente individuati e fatti destinatari di ascolto”.

Il report dunque, come strumento per suscitare l’impegno della comunità ecclesiale e civile per raccogliere, sostenere e accompagnare quanti hanno bisogno attraverso un’azione condivisa, concreta e strategica in cui l’ascolto, l’osservazione e il discernimento sono premesse essenziali.

Tra le piste su cui le Caritas lavoreranno, infatti, ci sarà quella dell’educazione all’ascolto, all’accoglienza e alla reciprocità, oltre quella del rafforzamento del ruolo del volontariato e dell’associazionismo non solo ecclesiale. Si presterà attenzione, inoltre, a migliorare la comunicazione delle comunità cristiane con le diverse espressioni istituzionali, civili e culturali della vita sociale in vista alleanze atte a condividere l’impegno per i poveri e per gli esclusi dal sistema economico e sociale del territorio.

“Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla stesura del rapporto 2012 – ha dichiarato mons. Giovanni D’Ercole, delegato dei vescovi di Abruzzo e Molise per la Carità e la Salute. Il rapporto presentato questa mattina chiede a noi come cristiani, come Chiesa, di vivere la carità ‘operosa’, che si traduce cioè, in azione per tutti coloro che, tra ‘vecchi’ e ‘nuovi’ poveri, si rivolgono a noi in cerca di un aiuto”

IL RAPPORTO CARITAS -VERSIONE INTEGRALE

 


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