Reality: quando l'immagine prende il sopravvento sulla realtà

Recensione film

07 Ottobre 2012   14:35  

Regia: Matteo Garrone

Cast: Aniello Arena, Loredana Simioli, Nando Paone, Graziella Marina, Nello Iorio, Nunzia Schiano, Rosaria D'Urso, Claudia Gerini, Giuseppina Cervizzi

Genere: Commedia drammatica

Durata: 115 minuti

Voto: OOO 1/2

In un sobborgo di Napoli vive la famiglia Ciotola: padre, madre e tre figli. Luciano, il capofamiglia, gestisce una pescheria e cerca di arrotondare il salario tramite delle piccole truffe, in collaborazione con la moglie. Il suo talento di “showman”, il desiderio di riscatto e realizzazione personale, nonché la possibilità di risolvere i propri problemi economici in un secondo, lo spingono a partecipare alla selezioni per il Grande Fratello. Il successo ottenuto dal primo provino genera in lui la convinzione che verrà certamente scelto per prendere parte al reality, e il desiderio di entrare nella casa si trasforma in una vera e propria ossessione.

Inizialmente spinto dalla figlia a tentare la fortuna, in una sorta di capovolgimento viscontiamo del film “Bellissima”, Luciano non si fa troppo pregare e fa subito suo il motto “Never give up” del vincitore del Gf Enzo.  Ecco allora che le pagliette e lo sfarzo del matrimonio con cui si apre il film, icone di un giorno di festa, possono trasformasi, nella mente del protagonista, in una (pseudo)realtà quotidiana all'accendersi della telecamera. Mai mollare, mai smettere di credere nei propri sogni, anche quando questi prendono il sopravvento sulla realtà.

       

Garrone torna a raccontare Napoli, anche se in un contesto completamente diverso, e conquista per la seconda volta consecutiva il premio “Gran Prix” a Cannes. Il successo di critica ottenuto è più che meritato: Reality indaga con dovizia la crisi dei valori nella società contemporanea e l'ossessione per l'apparenza, che spesso porta a perdere di vista ciò che si ha, nello spasmotico desiderio di ottenere ciò che si vorrebbe; il tutto è condito con della sana ironia che non guasta mai, specie quando si trattano temi importanti come questi.

                  

La connotazione geografica, la caratterizzazione dei personaggi, la decisione di utilizzare il dialetto in buona parte del film, nonché le fattezze di gran parte della numerosa famiglia Ciotola (capofamiglia e consorte esclusi) rispecchiano il desiderio del regista di descrivere uno spaccato d'Italia specifico. Eppure in una sorta di “sineddoche italica”, ognuno di noi può identificarsi in Luciano.

Il desiderio di rivalsa e la paura di vivere in un mondo che controlla ogni nostra minima azione diventano allora i veri protagonisti del film e spingono lo spettatore a una doverosa riflessione.

di Maria Rita Graziani


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