Restauro Collemaggio, l'ENEL rallenta, slitta di sei mesi completamento lavori

02 Settembre 2014   06:24  

"Il progetto è stato portato ad uno stadio molto avanzato proprio per poter rendere piu' plausibili i tempi di esecuzione. Abbiamo gia' avviato tutte le procedure per l'assegnazione del contratto di esecuzione che non potra' avvenire a mio avviso prima di dicembre. I lavori inizieranno con il nuovo anno e dureranno circa due anni ci attendiamo il completamento dei lavori per la fine del 2016. Contiamo per la Perdonanza del prossimo anno di recuperare e di offrire anche se momentaneamente all'uso liturgico una parte delle navate per fine agosto 2015". Lo ha detto all'Agi, Angelo Caridi, Program manager Eni, a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto di recupero della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Per restauro Collemaggio competenze italiane 

"L'innovazione che abbiamo portato nel team building di questo progetto e' quella di scegliere degli operatori istituzionali: quindi il progettista e' la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, e il gruppo di supporto tecnico - scientifico costituito da tre universita': Politecnico di Milano, Universita' dell' Aquila e la Sapienza di Roma. E' questo un modo anche per affermare che il Paese ha delle importanti competenze istituzionali ed Eni non ha paura di usarle". Lo ha detto il program manager Eni Angelo Caridi parlando,a L'Aquila, del progetto di recupero e restauro della basilica di santa Maria di Collemaggio. "Gli obiettivi di questo progetto - ha spiegato - sono in primo luogo l' incremento della capacita' di risposta sismica di questo monumento, e l' incremento della durabilita' degli interventi previsti. Ricordiamo che e' un monumento di 720 anni che ha subito tre terremoti devastanti, 16 maggiori cantieri e alcune decine di altri interventi, quindi non possiamo illuderci di lavorare per l'eternita' pero' possiamo sperare che il nostro intervento duri un pochino di piu' di quanto non siano durati gli interventi precedenti. Riaffermiamo che e' possibile raggiungere questi obiettivi in condizioni di sicurezza finora raramente messe in opera in restauro. In particolare tutti i piani di sicurezza per questo intervento non sono stati un insieme di procedure ma uno strumento di progettazione, cioe' hanno addirittura preceduto la scelta delle lavorazioni e il dimensionamento delle strutture. Per quanto attiene i singoli interventi si procedera' restaurando tutte le murature sia di perimetro che interne alle navate, rinsaldandole con una tecnologia particolare definita reticulatus. Sara' poi costituita una nuova quinta parallela alla facciata e all'estremo opposto della navata principale per incrementare la resistenza trasversale al sisma. Il tutto verra' completato da un tetto che per la prima volta avra' funzioni portanti e avra' funzione strutturale con un tampone di irrigidimento. 


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