Restituzione tasse: i cittadini entrarono in Regione, ottennero la proroga. Oggi quattro condannati

16 Dicembre 2013   17:12  

"Stamattina nelle aule di tribunale di Bazzano si è consumata un'ingiustizia vergognosa. Quattro persone sono state condannate a 6 mesi di carcere più ammenda, con l'accusa di "invasione" della regione del dicembre 2010 e di danneggiamento".

Lo rende noto il 3e32.

"Ricordiamo tutti quel giorno - scrivono dal 3e32- quando esasperati di fronte all'ennesima presa in giro del Governo sulla restituzione dei tributi, in centinaia ed insieme ai rappresentanti delle categorie e delle istituzioni locali, decidemmo di occupare le stanze della regione e dell'allora commissario Chiodi, per chiedere equità di trattamento fiscale. Grazie a quella protesta infatti, il Governo, all'ultimo minuto, approvò un emendamento sulla riduzione e rateizzazione delle tasse da restituire, un risultato strappato grazie alla presenza ed alla determinazione di tutti. Invece oggi, nell'incredulità generale, il giudice onorario Caporale ha condannato 4 persone, nonostante perfino il Pubblico Ministero avesse chiesto l'assoluzione per l'occupazione e nonostante diversi rappresentanti della Regione stessa avessero testimoniato il fatto che non ci sia stato nessun reale danneggiamento".

Fin qui il 3e32.

"Rimaniamo esterefatti di fronte a questa sentenza – hanno commentato fuori dal Tribunale gli avvocati difensori Gregorio Equizi, Gianmatteo Riocci, Elena Cipolloni e Andrea Buzzelli – ricorreremo all'appello, siamo certi che in quella sede i nostri assistiti saranno assolti".

La pena è stata sospesa, ma è di fatto molto dura per quattro degli attivisti del movimento aquilano, che ha animato le proteste in città (e non solo) in questi anni.

Noi eravamo lì come giornalisti, e abbiamo dato cronaca di quella giornata convulsa, dove, in tanti parteciparono all'assemblea pubblica in Pizza Duomo e poi molti decisero di andare al Consiglio regionale, per entrare dentro.

 

Poi però in tanti entrarono, anche noi giornalisti con loro, e a memoria ricordiamo che le persone entrarno pacificamente, dopo che fu dato loro il permesso, forse da rappresentati politici.

Chiunque abbia dato loro il permesso, tuttavia i cittadini si mossero pacificamente all'interno del palazzo e fuorono poi i politici a prendere la parola.

Durante il processo che ha portato alle quattro condanne Paolo Costanzi, direttore amministrativo della Regione Abruzzo, ha dichiarato che non sono stati riscontrati danni al portone interno dell'edificio, oggetto del presunto danneggiamento. Per questo dunque, il Pm (titolare Simonetta Ciccarelli) ha chiesto l'assoluzione per il reato di danneggiamento per due dei quattro imputati: "Non ci sono le prove del danno", ha affermato durante la requisitoria finale. E' stata chiesta l'assoluzione in formula piena anche per l'ipotesi di invasione, perché "il fatto non sussiste".

Nel video in apertura di questa notizia ci sono rappresentanti politici e persone, e in maniera preoccupata ma pacifica si discute lo stato di fatto in cui versava la città.

Non abbiamo potuto testimoniare effrazioni e danneggiamenti, perché davanti a noi non ce ne furono.

 

Solo, sotto la pioggia, qualcuno tentò di entrare da un'entrata chiusa. L'intervento provvidenziale di Gianfranco Giuliante, fece capire che da lì non si poteva entrare, e che era meglio attendere per un'entrata più pacifica altrove. Il consiglio di Giuliante fu presto seguito.

I corridoi furono invasi da persone pacifiche che appiccicarono semplici post it.

Questo ciò che ricordiamo che potete ricordare tutti seguendo quanto riportammo cliccando qui 

"Questa condanna -prosegue qui il 3e32- è ancora più grave se si considera che è stato invece archiviato il procedimento relativo alle intercettazioni dell'ex assessore Lisi, in cui ci si rallegra per gli affari del terremoto, mentre poi condanna e criminalizza il movimento che in questi anni si è battuto per la giustizia e la trasparenza della ricostruzione. Siamo convinti che il giudizio di appello ribalterà questo verdetto ridicolo, ai danni di cittadini scelti arbitrariamente dalla questura, senza alcuna identificazione, ma solo perchè ritenute "persone note", e cioè perchè attive nelle assemblee e nelle riunioni. A questo punto condannateci tutti, ma sappiate che noi continueremo comunque a batterci contro ogni ingiustizia e speculazione, e per una ricostruzione certa e trasparente".


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