Restyling del tunnel della Madonna d'Appari: conclusa l'opera si apre il dibattito...

27 Luglio 2012   13:30  

La galleria di roccia viva accanto al santuario della Madonna d'Appari, rappresenta, o meglio rappresentava, uno degli scorci più suggestivi tra Paganica e Camarda, paesi del cratere sismico che a tre anni mezzo ancora non vedono partire la ricostruzione dei loro splendidi ad antichi centri storici.

E' accaduto però che l'amministrazione provinciale ha eseguito, per un importo di 500mila euro,(comprensivo però di altri interventi lungo il tratto stradale),  in tempo record, lavori di consolidamento ed ampliamento. Quel tunnel che sembrava una grotta, scavata a mano nella roccia tra il 1870-1880, e che aveva nelle irregolarità la sua bellezza, è ora ben squadrata e foderata di cemento.

Conclusa l'opera, si è tempestivamente aperto il dibattito.

Non pochi cittadini, associazioni come Salviamo Paganica, i custodi del santuario, sono inferociti: è uno scempio, spiegano, si poteva e si doveva intervenire diversamente, va bene la messa in sicurezza ma non con una colata di cemento e una rete metallica che hanno coperto per sempre la parete di roccia. Per far rivivere questo territorio dopo la tragedia del sisma, ricordano, bisogna tenere in massima considerazione la bellezza e integrità del paesaggio, perchè valori ambientali strategici per il turismo.

Spiegano altresì che l'involucro di cemento non consentirà all'acqua di defluire naturalmente lungo le vene ostruite e si riverserà dentro il santuario che è dall'altra parte della roccia. E che l'obiettivo non è stato tanto quello della messa in sicurezza, ma dell'allargamento del tunnel ad esclusivo beneficio dei camionisti che ora possono passarci dentro più agevolmente. Il dissenso si infervora anche sul web. Un architetto addirittura cita, a proposito dell'opera, la totale mancanza di ''context sensitive design''. 

A qualche cittadino invece l'intervento piace, da tutti i punti di vista, perchè alla fin fine un danno particolare all'aspetto estetico non è stato fatto, non si può volere tutto, e la sicurezza e l'incolumità dei cittadini viene prima della bellezza e integrità del paesaggio. Sottolineano che ora la strada è più comoda per i motociclisti e i camion, e che togliere 50 centimetri di roccia non è poi un dramma.

Spiega la Provincia: è stato l'unico intervento possibile in un tratto reso pericoloso dal cedimento della roccia causato dal sisma, c'erano pericoli derivanti dalla larghezza del tunnel. Non c'erano insomma alternative, o meglio l'unica alternativa era quella di chiudere la strada e il tunnel. E non è vero che non stata consultata la Soprintendenza. 

C'è chi propone una terza via, o meglio un secondo tunnel: a due corsie che bypassi il tratto del santuario,  da chiudere poi al traffico.

Altri cittadini di Paganica e Camarda evitano infine come la peste il microfono e il taccuino. Esprimere pubblicamente un'opinione quella che sia, potrebbe compromettere la loro buona reputazione. 

Filippo Tronca


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