Ricostruzione, Mantini: "Incompatibilità tra amministratore e progettista è incostituzionale"

20 Luglio 2012   16:33  

"Ho riscontrato alcune critiche del coordinatore aquilano del Pdl Magliocco nei confronti miei e dell’Udc sulla legge sul terremoto. Voglio garbatamente precisare che il primo rilievo mosso è infondato perché con i parlamentari del tavolo tecnico sull’Abruzzo abbiamo sempre mantenuto la massima unità di azione. Abbiamo firmato emendamenti comuni e altri diversi nella formulazione ma quasi sempre convergenti nei contenuti.
Ha ragione invece Magliocco quando mette in evidenza le nostre critiche solitarie sulla norma dell’incompatibilità di carica e sulla quella della riserva del 50% nelle assunzioni nei nuovi Uffici Speciali per la ricostruzione". Lo dice l'onorevole dell'Udc Pierluigi Mantini, in replica alle parole di Alfonso Magliocco.

"La prima norma è incostituzionale e lo diciamo ad onor del vero e di tutti quelli che esercitano correttamente cariche politiche e amministrative all’Aquila (e non in favore di casi singoli).

Noi abbiamo proposto, per colpire i conflitti di interesse, l’incompatibilità di 'funzione', ossia, ai sensi del testo unico degli enti locali n. 267 del 2000, l’obbligo di astenersi dalle attività di ufficio in tutti i casi in cui vi sia un interesse privato. Ben altra cosa è l’incompatibilità di 'carica', che viene istituita solo all’Aquila in via speciale, che prevede l’obbligo di dimissione da ruoli istituzionali e amministrativi per chiunque eserciti un’attività professionale connessa alla ricostruzione.

Obiettivamente è un po’ troppo: nell’epoca del governo dei tecnici tutti i tecnici eletti o nominati nelle amministrazioni aquilane sono chiamati a dimettersi o a smettere … 'di essere tecnici' (e anche di lavorare per le rispettive famiglie). È una norma speciale, incostituzionale, vagamente ispirata da un giustizialismo superficiale, che penalizza L’Aquila e non combatte i conflitti di interesse che ben possono riproporsi per vie indirette.

Continueremo fino all’ultimo voto a batterci per la sua modifica.

Per quanto concerne la seconda norma - aggiunge Mantini - il ragionamento è semplice, sebbene forse sconveniente, e dunque coraggioso: si può riservare una quota del 50% in un concorso selettivo e meritocratico, ad evidenza pubblica, per la costituzione di uffici tecnico professionali che dovranno dopo L’Aquila servire l’intero Paese, semplicemente a coloro che hanno svolto un anno di lavoro presso i comuni del 'cratere', magari su chiamata dei rispettivi sindaci?

Come si concilia la selezione per merito con il principio (politicamente conveniente) del 'chi c’è c’è'?

Mi rendo ben conto che stiamo parlando spesso di amici e parenti e di ottime persone: ma allora perché non selezionare anche loro per merito?

Ci si riempie la bocca, nei giorni pari, delle parole competenza e merito, si tuona contro le caste e il clientelismo per poi tornare, nei giorni dispari, alle 'assunzioni con riserva dei posti'?

In ogni caso, preciso a Magliocco e a quanti interessati, che per correggere questa distorsione che va solo a discapito dei giovani che non fondano il loro futuro sulle promesse dei politici, noi abbiamo proposto la semplice riduzione dal 50% al 30% di questa quota, lasciando dunque un ampio margine per assunzioni secondo criteri un po’ più di merito.

Se questi ultimi sono i nostri peccati, ci dichiariamo peccatori e non cerchiamo assoluzione. Da molto tempo ci battiamo con coerenza in parlamento per buone leggi per L’Aquila e i comuni colpiti dal terremoto.

Abbiamo sollecitato un clima di collaborazione politica, di professionalità, di un’adeguata cultura amministrativa. Torniamo a farlo anche in questa occasione.

La legge che ci apprestiamo a votare ha luci ed ombre. Non ci soddisfa per la mancata semplificazione urbanistico edilizia, la soluzione incerta delle seconde case e la scarsa chiarezza sulla direzione degli uffici speciali.

C’è ancora uno spazio, noi - conclude Mantini - siamo per percorrerlo insieme".

 


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