Ricostruzione ferma, migliaia gli edili disoccupati nel sedicente cantiere più grande d'Europa

11 Giugno 2013   13:14  

Paradossi italiani, e in particolare abruzzesi. Il cratere sismico aquilano è almeno in potenza e a parole il più grande cantiere edile d'Europa, che potrebbe dare lavoro in particolare a migliaia di ditte del settore edile, e del suo enorme indotto.

E invece dal 2008 in Abruzzo si sono persi nell' edilizia 12mila posti di lavoro, e 2500 imprese hanno chiuso i battenti.

E non solo: in provincia dell'Aquila, ovvero nei territori terremotati ci sono ad oggi 7mila addetti in disoccupazione, che percepiscono cioè un indennità di 800 euro al mese, e che se non arriveranno fondi per far ripartire i cantieri della ricostruzione entro pochi mesi si ritroveranno forse muratori disoccupati in mezzo alle macerie della loro città e paesi.

Comprensibile dunque la rabbia dei lavoratori e rappresentanze sindacali oggi fuori palazzo dell'emiciclo, dove si svolgerà oggi il consiglio regionale.

La crisi epocale dell'edilizia, spiegano i manifestanti, ovviamente non dipende solo dalla ricostruzione post-sismica con il freno a mano, ma anche dalla dissennata certificazione degli anni passati che ha saturato il mercato, dalle politiche di austerity imposte dall'Europa, e dall'impossibilità dei comuni di spendere per investimenti, cosa che ha determinato una drastica riduzione degli appalti per opere pubbliche. 

Al nostro microfono Silvio Amicucci, Fillea Cgil; Lucio Girinelli, Filca Cisl; Giovanni Panza, Fenea Uil


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore