Ricostruzione, i precari dell'Sge chiedono la stabilizzazione

Lettera aperta a Napolitano e Monti

20 Luglio 2012   16:45  

I lavoratori precari assunti a seguito del terremoto per essere impegnati negli uffici di gestione dell'emergenza e della ricostruzione, ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Mario Monti, al ministro Fabrizio Barca, al capo della Protezione civile Franco Gabrielli e al commissario Gianni Chiodi, per evidenziare la disparità di trattamento rispetto al personale assunto in occasione del terremoto in Molise o di quello impegnato nell'emergenza abruzzese poi stabilizzato dal Dipartimento di Protezione civile.

Alla luce del maxiemendamento al Decreto sviluppo "non si può non esprimere - scrivono - fondata preoccupazione per il futuro lavorativo che, al momento, non sembra essere in alcun modo garantito da interventi istituzionali quali quelli posti in essere, per casi analoghi, dal Dipartimento della Protezione Civile che ha provveduto a stabilizzare tutti i collaboratori a contratto che, come noi, hanno operato nell’ambito 'Emergenza Abruzzo 2009' con una riserva pari al 100% dei posti disponibili e dalla Regione Molise che ha istituito, con propria legge del 30 aprile 2012, n. 12, l’Agenzia regionale di Protezione Civile cui saranno destinati, con concorso pubblico, tecnici e personale vario il cui numero, pari a 350 unità, è stato determinato tenendo conto dei fabbisogni professionali rilevati alla data del 31 dicembre 2011 presso: Struttura commissariale post-sisma, C.O.C., Provincia di Campobasso, I.A.C.P. di Campobasso e Struttura del Soggetto Attuatore".

LA LETTERA APERTA

Al Presidente della Repubblica Dr. Giorgio Napolitano

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Monti

Al Ministro per la Coesione Territoriale Prof. Fabrizio Barca

Al Commissario Delegato per la Ricostruzione Presidente della Regione Abruzzo Dr. Giovanni Chiodi

Al Capo della Protezione Civile Dr. Franco Gabrielli

LORO SEDI

Oggetto: Legge sulla ricostruzione, maxi-emendamento. Osservazioni al decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, Capo X-bis, art. 67-ter (Gestione ordinaria della ricostruzione).

A scrivere è il personale laureato co.co.co assunto a seguito della “selezione pubblica perl’individuazione e reclutamento di 35 collaboratori particolarmente qualificati” ai sensi dell'art. 10, comma 2, dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3755 del 15 aprile 2009, indetta con Decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile (rep. n. 2558 del 21/04/09), in servizio presso il Dipartimento della Protezione Civile fino al 31 gennaio 2010 e, senza soluzione di continuità, presso la Struttura del Commissario Delegato per la Ricostruzione-Presidente della Regione Abruzzo a far data dal 1 febbraio 2010 (Struttura Gestione Emergenza e, dal 1 aprile 2012, Ufficio Coordinamento Ricostruzione).

Il coinvolgimento degli scriventi nelle molteplici attività legate all’Emergenza Sisma Abruzzo 2009 è iniziato quasi subito dopo l’evento calamitoso ed è stato portato avanti con dedizione, impegno e sacrificio costanti, nonché con ritmi quotidiani serrati, spesso senza soste festive, né limiti d’orario, tanto da ricevere l’attestato di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile.

Alla luce del maxi-emendamento al Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, Capo X-bis, recante “Misure urgenti per la chiusura della gestione dell’Emergenza determinatasi nella Regione Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009, nonché per la ricostruzione, lo sviluppo e il rilancio dei territori interessati”, non si può non esprimere fondata preoccupazione per il futuro lavorativo che, al momento, non sembra essere in alcun modo garantito da interventi istituzionali quali quelli posti in essere, per casi analoghi, dal Dipartimento della Protezione Civile che ha provveduto a stabilizzare tutti i collaboratori a contratto che, come noi, hanno operato nell’ambito “Emergenza Abruzzo 2009” con una riserva pari al 100% dei posti disponibili e dalla Regione Molise che ha istituito, con propria legge del 30 aprile 2012, n. 12, l’Agenzia regionale di Protezione Civile cui saranno destinati, con concorso pubblico, tecnici e personale vario il cui numero, pari a 350 unità, è stato determinato tenendo conto dei fabbisogni professionali rilevati alla data del 31 dicembre 2011 presso: Struttura commissariale post-sisma, C.O.C., Provincia di Campobasso, I.A.C.P. di Campobasso e Struttura del Soggetto Attuatore.

È di tutta evidenza che circoscrivendo i fabbisogni professionali e il corrispondente numero dei posti da mettere a concorso, il Dipartimento della Protezione Civile e la Regione Molise hanno, diligentemente, voluto non solo assicurare continuità lavorativa attraverso la giusta valorizzazione delle esperienze professionali maturate dai lavoratori coinvolti nelle complesse e delicate procedure post-sisma, ma anche tutelare, in qualche modo, il personale che è stato impiegato in modo pieno ed esclusivo nelle molte attività di riferimento.

Pertanto, anche nel caso di specie, sarebbe doveroso e giusto da parte delle SS.LL. prestare maggiore attenzione alle esigenze lavorative degli scriventi collaboratori, tenuto conto che dalla lettura dell’art. 67-ter del sopra richiamato maxi emendamento emerge un’eccessiva apertura concorsuale “a favore del personale che abbia maturato un’esperienza professionale di almeno un anno nell’ambito dei processi di ricostruzione presso la Regione, le strutture commissariali, le province interessate, il comune di l’Aquila e i comuni del cratere a seguito di formale contratto di lavoro”, a fronte di una esigua percentuale di riserva, non superiore al 50%, del tutto sfavorevole ai “collaboratori particolarmente qualificati”, reclutati a seguito di specifica selezione pubblica nell’anno 2009 per il Sisma Abruzzo.

In particolare, stupisce anche che nell’ottica del rigore, della buona amministrazione e della meritocrazia che sembrano essere i principi cardine dell’attuale Governo Monti, si decida di porre sullo stesso piano, ai fini concorsuali, il personale già vincitore di “selezione pubblica” e quello assunto “per chiamata diretta”, ovvero a carattere fiduciario.

Non sarebbe più equo distinguere le due fattispecie, considerato che la professionalità dei vincitori di selezioni pubbliche risulta oggettivamente comprovata dai risultati della selezione stessa e rafforzata dalla maturata esperienza lavorativa triennale?

Non è chiaro, inoltre, se l’inciso “processi di ricostruzione” di cui al citato art. 67-ter ricomprenda anche l’esperienza in ambito emergenziale, oppure faccia riferimento esclusivamente a quella nella ricostruzione; dubbi nascono, altresì, dalla mancanza di specifiche indicazioni in merito alla Regione di riferimento (Abruzzo o anche altre?), alle province interessate (AQ, TE, CH e PE o anche altre?), alle strutture commissariali (Bertolaso/Chiodi o anche altre?), visto che in tutta Italia diversi sono gli Uffici dei Commissari Delegati istituiti a seguito del verificarsi di eventi calamitosi.

Certi che le osservazioni formulate saranno oggetto di condivisione da parte delle SS.LL., l’occasione è gradita per ringraziare e porgere distinti saluti.


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