Ricostruzione in Emilia, il commissario Errani: ''Abbiamo i 10 miliardi che ci servono''

16 Maggio 2013   18:02  

È stato un anno di grande lavoro di comunità, che ci ha visto scrivere da zero una pagina bianca nella gestione delle emergenze, puntando su equità, trasparenza e legalità. È questo il valore da affermare. C'è ancora molto da fare, non lo nego, ma partiamo da una buona base».

Con queste parole il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha solennizzato ieri il primo anno di impegno ininterrotto nei 59 comuni colpiti dalle due distruttive scosse del 20 e 29 maggio scorso.

Quasi 12 miliardi di danni, di cui oltre 5 solo al sistema produttivo, «ma oltre 10 miliardi di fondi sono già a disposizione, un risultato non scontato.

Stiamo lavorando per recuperare l'ultimo miliardo di euro che ci permetterà di completare anche il capitolo edifici pubblici e beni artistici e religiosi», rimarca il commissario delegato alla ricostruzione, che ha riunito ieri nella sede di Viale Moro tutti gli assessori regionali coinvolti nel post-sisma, sindaci terremotati e rappresentanti delle quattro province coinvolte (Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia).

I 6 miliardi destinati a case e imprese sembrano invece «sufficienti e in ogni caso – aggiunge Errani – se non lo saranno ribadisco che il danno asseverato sarà coperto fino all'ultimo euro».

Una tragedia che ha lasciato dietro di sè 28 morti, costretto lontano dalle proprie case 16mila persone, danneggiato 14mila edifici e colpito il cuore del manifatturiero italiano, un'area che produce 19,6 miliardi di ricchezza ogni anno e genera 12,2 miliardi di export.

«Ma questa disgrazia è anche una straordinaria opportunità per ricostruire in modo più efficiente, sicuro e sostenibile di prima», sottolinea l'assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, dando un numero emblematico dell'effettiva ripartenza economica nel cratere: «Un anno fa erano 3.671 le aziende che avevano fatto ricorso ad ammortizzatori sociali per 41.335 lavoratori. Oggi 155 imprese hanno richiesto la proroga per 2.627 addetti».

Così come sono i numeri delle domande per attingere ai contributi a testimoniare che il cammino della ricostruzione sta accelerando il passo, nonostante le lungaggini dovute a una burocrazia «necessaria per garantire legalità e trasparenza», nota il presidente regionale, ricordando che quello emiliano è il primo terremoto «preventivamente tutto sul tavolo dell'Unione europea, con verifiche a monte del reale rapporto tra danno e risarcimento».

Per le pratiche più semplici (i danni B e C, i meno gravi) si è arrivati a un terzo del totale degli edifici coinvolti, oltre 2mila domande Mude perfezionate, cui si sommano altre 600 istanze di privati per immobili con danni più complessi, per un totale di 40,4 milioni di contributi concessi e 10,8 milioni già in pagamento.

Tra le pratiche Mude ci sono anche quasi 800 domande relative a negozi, uffici e magazzini, mentre le procedure Sfinge riservate alle imprese sono arrivate a quota 109 (71 relative all'industria), con 75 milioni di euro di contributi richiesti e autorizzati. «Va considerato anche che le aziende assicurate sono molte più di quelle ipotizzate inizialmente – spiega Muzzarelli – e le compagnie hanno già messo in pagamento oltre 500 milioni di euro e impegnato oltre un miliardo».

Restano nodi da risolvere, come il prestito fiscale a tasso zero (altri 6 miliardi della Cdp) per chi ha subito rilevanti danni economici o come quello delle assunzioni di personale per far fronte alla mole di pratiche in comuni, province e prefetture terremotate.

Questioni che Errani ha ribadito anche due giorni fa davanti alle commissioni di Camera e Senato, «ma non sono così ambizioso da pensare di poter chiudere il capitolo terremoto con il mio mandato (il terzo e ultimo scade nel 2015, ndr), ciò che conta è che le istituzioni hanno retto e abbiamo garantito scuole, lavoro, salute, ovvero la tenuta della comunità».

 


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