Ricostruzione, nasce "comitato 201 appartamenti" di Pettino per velocizzare i tempi

13 Luglio 2012   15:24  

Da oltre tre mesi, gli organizzatori del "Comitato 201", hanno costituito un gruppo di lavoro finalizzato a comprendere il reale stato del processo di ricostruzione e le problematiche di carattere giuridico ad esso inevitabilmente legate.

"La partecipazione come spettatori a molte riunioni del consorzio, i numerosi incontri fatti con i progettisti, con gli organi della filiera (Fintecna, Cineas e ReLUIS), con le istituzioni (Comune), con i Presidenti di cooperativa, ci hanno permesso - dicono i promotori - di dipingere un quadro, a nostro modo di vedere abbastanza realistico, che vorrebbe rispondere ad un’unica domanda: quando riavremo le nostre case?.

La pratica per la ricostruzione - spiegano - è stata presentata entro i termini e, dopo svariate vicissitudini di carattere tecnico-operativo (e sulle quali, al momento, non intendiamo soffermarci) sembra sia arrivata alla prima stazione di un lungo percorso: 'la richiesta di integrazioni'. In realtà, ad oggi, la richiesta ancora non viene ufficializzata sull’albo pretorio del Comune, ma tutto lascia pensare che la pubblicazione sarà imminente.

Crediamo, ed è bene precisarlo - aggiungono - che l’enorme mole di documentazione che i progettisti dovranno integrare ha il principale scopo di dimostrare la convenienza economica dell’abbattimento e ricostruzione rispetto alla riparazione degli edifici.

Relativamente ai progetti delle 'nuove palazzine', sarebbe interessante sapere quanto, ad oggi, sia stato veramente fatto. Probabilmente, di richieste di integrazioni ce ne saranno altre e, nella speranza di sbagliare, crediamo che sarà difficile ottenere il contributo definitivo prima di giugno 2013.

Non dimentichiamoci infatti che l’intervento in esame è tra i più grandi in Italia e che sarà difficile pretendere risposte (dalla filiera e dalle istituzioni) entro i termini previsti dalle varie ordinanze. Dopo l’approvazione del contributo definitivo si potrà cominciare a parlare di 'scelta delle mattonelle'……Inoltre, l’impresa aggiudicatrice dei lavori, che ci sembra ben dimensionata per il tipo di intervento, comunque difficilmente consegnerà le chiavi di casa prima di un paio d’anni dall’erogazione del contributo definitivo. Sempre che tutto fili liscio.

Per farla breve, e nella speranza che questa pianificazione sia sbagliata, crediamo che sia difficile rientrare in casa prima del 2016. Questa d'altronde, è una delle ragioni cardine per cui si è avvertita l’esigenza di unirci in un Comitato, che si prefigge principalmente lo scopo di comprendere come e dove si sia arenato l'iter della ricostruzione dei 201 appartamenti e soprattutto capirne le vere ragioni.

Tornando alla domanda “quando riavremo le nostre case?” andrebbe posta una sottolineatura sul pronome possessivo “nostre”.Tecnicamente, ad oggi, non siamo proprietari di nulla.Meglio, ognuno di noi, è socio di una cooperativa che a sua volta gode della proprietà di un certo numero di immobili. Di fatto, è come se fossimo soci di una pizzeria che possiede dei locali, dei forni, dei tavolini e potenziali DEBITI. E’ inutile provare a raccontare le vicissitudini ed i motivi per i quali, dopo oltre trent’anni dalla costruzione delle case, siamo ancora soci di cooperativa; entreremmo in un vicolo cieco ed il risultato sarebbe soltanto quello di guastarci il sangue.

La cosa che però bisogna sottolineare è che, nel 2008, un documento della Regione Abruzzo, a seguito dell’avvenuto pagamento da parte dei soci di quasi 700.000€, determina la cessione a proprietà individuale di 199 alloggi realizzati dalle 17 Cooperative consorziate. C’è un però: nella suddetta determina c’è anche scritto che questo passaggio deve essere consolidato per mezzo di un 'atto di cessione' (atto notarile), cosa che ad oggi non è stato fatto.

C’è un secondo però: in un prossimo futuro il consorzio potrebbe ritrovarsi a pagare alcuni terreni in Via Francia, (la cui trattativa è in corso e che speriamo volti al meglio per il consorzio), pagamento al quale  dovrebbero far fronte tutti i soci delle cooperative. Se in questa circostanza fossimo in proprietà divisa, sarebbe estremamente difficile convincere gli 'ex-soci' a pagare la loro quota.

Il terremoto ha ulteriormente complicato la situazione.
Nel 2009 infatti, la priorità non è stata più quella di dividere le proprietà bensì quella di tentare di ripristinare il “capitale” del consorzio, cioè le case distrutte. Dopo il 6 aprile, passare a proprietà divisa avrebbe comportato la perdita dei contributi della ricostruzione. L’assemblea dei consorzio, in varie occasioni, ha nominato i progettisti, ha selezionato l’impresa esecutrice, e, nell’incontro del 26/7/2011 delibera di non concedere l’autorizzazione per l’acquisto dell’abitazione equivalente.

Su questo punto il Comitato - si legge in una brochure informativa - si chiede se sia opportuno trattare nuovamente, e in maniera assolutamente cristallina, il punto in questione, prevedendo che la deliberazione dell'assemblea del Consorzio venga adottata previa tassativa ed obbligatoria delibera di ogni singola assemblea di cooperativa; infatti ogni socio di cooperativa deve essere edotto della possibilità di ottenere una 'somma per equivalente'. In questo modo i Presidenti potrebbero esprimere non la loro volontà personale (che seppur importante, nel consenso del Consorzio dovrebbe sintetizzare tassativamente la volontà della cooperativa che presiedono) ma la volontà della cooperativa di cui sono i rappresentanti nell'assemblea del consorzio.

E’ nostra convinzione che ad oggi, nonostante ci siano ancora molte lacune normative, 'i soci di cooperativa a proprietà indivisa', possono comunque tentare di percorrere la strada dell’acquisto di un abitazione equivalente se in possesso dei seguenti requisiti: che l’appartamento a loro assegnato costituisca abitazione principale, che ci sia un’ordinanza di demolizione, che ci sia il benestare del consorzio.

Quindi, per essere chiari, ad oggi l’acquisto per equivalente può richiederlo soltanto chi ha già la casa abbattuta (Via Germania) mentre, i poveretti che hanno la casa distrutta, ma in piedi, dovranno comunque aspettare la pubblicazione del contributo definitivo.Un’ulteriore vincolo da rispettare, è relativo alla tutela  di quei soci che non desiderano percorrere questa strada, che comunque dovrebbero avere la garanzia del pagamento della quota di terreno da parte di coloro che optano per l’acquisto equivalente (fidejussione bancaria?).

Altro nodo tuttora in fase di approfondimento, sia da parte delle istituzioni sia da parte del Comitato, è la possibilità di subentro del Comune alla quota dei soci 'emigranti'. Alcuni decreti del Commissario Delegato prevedono questa procedura, ma alcuni articoli ad oggi sono 'da interpretare'. Questa opzione, risolverebbe non  pochi problemi e fugherebbe molti timori".

Nei prossimi giorni, con l’unico scopo di comprendere il reale stato dell’arte, il Comitato 201 appartamenti intende perseguire le seguenti azioni: richiedere al consorzio la documentazione relativa al contenzioso sui terreni, al fine di comprendere i reali margini di manovra per un’eventuale trattativa di conciliazione e per rendersi conto di “quanto” i soci potrebbero ritrovarsi a pagare.

Inoltre, in virtù del fatto che il Comitato 201 appartamenti conta diverse decine di soci di cooperativa aderenti, vorrebbe presenziare, con un suo rappresentante, alla trattativa con i proprietari dei terreni.


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