Rifiuti romani in Abruzzo, Mazzocca fa doverose precisazioni

15 Dicembre 2017   11:05  

«L’Abruzzo ha deliberato il rinnovo anche per il 2018 dell’accordo già in atto con il Lazio per il trattamento di rifiuti urbani nell’impianto (non in 'discarica') ACIAM Spa di Aielli (AQ) per un quantitativo massimo di 180 tonnellate/giorno e cmq non oltre le complessive 40.150 tonnellate/anno». È quanto dichiara, in riferimento ad alcuni articoli di stampa pubblicati nella giornata odierna, il Sottosegretario alla Presidenza Regionale con delega ad Ambiente ed Ecologia Mario Mazzocca.

«Dalle notizie assunte presso i competenti uffici regionali, a causa della evidente forte crisi organizzativa del settore nella Regione Lazio, è in fase di studio una seconda richiesta della stessa confinante Regione volta alla definizione di un ulteriore accordo Abruzzo-Lazio, per poter trattare rifiuti urbani, a valle di ricerca di manifestazione di interesse svolta dalla regione Lazio verso più regioni, che prevederebbe il conferimento/trattamento di rifiuti urbani per max 100 t/g (per 300 gg lavorativi) rispettivamente agli impianti della DECO Spa (impianto di recupero/CSS di Chieti e COGESA Spa, Impianto di trattamento meccanico biologico – TMB di Sulmona (AQ) che hanno risposto positivamente alla manifestazione di interesse. Quindi, l’ulteriore accordo in fase di studio prevede in totale max 200 t/g (per 300 gg lavorativi), che si aggiungerebbero a quelli già prorogati per il 2018 ad ACIAM Spa, come sopra accennato. Pertanto per il 2018, nell’eventualità la Giunta Regionale decida di sottoscrivere l’ulteriore accordo, in Abruzzo verrebbero conferiti per il trattamento un max di 380 t/g (per 300 gg lavorativi), per un totale di max ca. 114.000 tonn, che interesserebbero n. 3 impianti: ACIAM Spa/Aielli (AQ) - COGESA Spa/Sulmona (AQ) e DECO SpA/CH».

«Questa Regione - prosegue Mazzocca - sta facendo la sua parte, secondo un criterio di sussidiarietà tra regioni, concetto che ha ispirato anche il nuovo PRGR, al fine di evitare criticità ambientali ai cittadini delle comunità interessate, coscienti che il proprio sistema impiantistico, pubblico e privato, può garantire le necessarie attività, secondo criteri di compatibilità ambientale e corretta gestione da parte degli operatori interessati».

«Non commentiamo, infine – conclude il Sottosegretario –, il puerile tentativo di taluni rappresentanti dell’opposizione di mistificare dei fatti, ormai incontrovertibili, in ordine al Piano Regionale dei Rifiuti. I fatti parlano di un Piano Regionale univocamente indirizzato verso la Strategia "Rifiuti Zero", volto a riprogettare la vita ciclica delle risorse per riutilizzare tutti i prodotti riducendo i rifiuti da conferire in discarica.

Un Piano Regionale contro l’incenerimento o l’uso di discariche, mediante l’attuazione coordinata di misure quali la riduzione della produzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata, il riuso e recupero dei materiali, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2, l’uso ottimale delle discariche esistenti (inclusi gli ampliamenti da tempo autorizzati) ed il contestuale divieto di realizzare nuove discariche (!). Altro che aumento della disponibilità di discariche (qualcuno farebbe meglio a giocarsi al lotto i farneticanti numeri relativi a tanto presunte quanto inesistenti tonnellate in più !). La disponibilità totale, in realtà, si dimezza; bastava, infatti, appena sfogliare il 'Piano Rifiuti' appena approvato per apprendere come "il piano non ha previsto nuovi ampliamenti per le discariche rispetto al Piano approvato con la LR 45/07; nel caso si realizzassero gli ampliamenti già autorizzati, si stima che tale capacità residua ammonterebbe a ca. 1.270.000 mc.", come si evince agevolmente dalla allegata tabella. Il resto sono solo chiacchiere da bar che volentieri lasciamo ad altri».

 



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