Riforme, Lega e Sel Ritirano gli Emendamenti. Ora Renzi è "Nudo" di Fronte ai Dem

17 Settembre 2015   05:00  

Colpo di scena al Senato dove le opposizioni ritirano gli emendamenti al ddl riforme. Per la Lega L'annuncio è stato fatto dal senatore leghista Roberto Calderoli in Commissione Affari costituzionali, dove è presente anche il ministro Maria Elena Boschi. Calderoli ha specificato che conferma appena dieci dei circa 500mila emendamenti da lui presentati. Hanno trovato così conferma tramite un tweet del senatore dem Francesco Russo, le voci che si erano diffuse stamattina a Palazzo Madama circa una mossa a sorpresa del vicepresidente del Senato che a questo punto cambia lo scenario rispetto alla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama convocata per le 15. L'urgenza di un approdo in aula a questo punto potrebbe venire meno e si potrebbe riaprire, riferiscono fonti parlamentari, il confronto in commissione.

Anche Vito Crimi e Loredana De Petris "per @Mov5Stelle e @sinistraelib annunciano ritiro emendamenti #1commissione". Lo scrive su twitter il senatore Pd, Francesco Russo. Ma è lo stesso Crimi a puntualizzare: "Non abbiamo ritirato gli emendamenti. Ho dichiarato che ne abbiamo presentati meno di 200 e, con le inamissibilità, ridotti già della metà. Non abbiamo nulla da ritirare", dice all'Adnkronos il senatore M5S in commissione Affari costituzionali.

Sulla riforma della legge elettorale, con il premio alla coalizione, "c'è un dibattito nel partito. Alfano ha riconosciuto che il tema esiste e credo verrà posto in tempi successivi, ma non c'è uno stretto legame tra il voto sulle riforme e il cambiamento della legge elettorale", dice intanto il presidente dei senatori Ap (Ncd-Udc ) Renato Schifani, parlando con i giornalisti al Senato.

"Io credo che sia necessario portare a compimento, in tempi certi e rapidi, dopo la prima lettura della Camera e del Senato e dopo 30 anni di discussioni, il percorso della riforma costituzionale. Resto convinta che ci siano le condizioni politiche e tecniche, anche sulla scorta del regolamento, per arrivare ad un testo ampiamente condiviso nel mio partito e nell'aula del Senato", aveva detto in mattinata la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali, conversando con i giornalisti a palazzo Madama.

Intanto il segretario Matteo Renzi ha convocato la Direzione del partito per lunedì prossimo. All'Odg della riunione, discussione sui politica ma anche deliberazioni. Una direzione sul cui esito interviene Vannino Chiti, esponente della minoranza, che all'Adnkronos dice: "L'esito della Direzione di lunedì? Servirà solo a ribadire la linea della maggioranza Pd" e non avrà conseguenze sul piano parlamentare perché "sulla Costituzione c'è libertà di voto". "Si possono fare anche venti direzioni ma se non c'è la volontà di arrivare a un accordo... Quando avevo visto la proposta di Tonini - sottolinea Chiti - mi ero illuso che finalmente potessimo trovare un punto di intesa e invece quella proposta è sparita dal tavolo ma se Renzi ha a cuore l'unità del partito quella resta la strada. Poi se questo interesse non c'è...". Roberto Speranza invece si rivolge a Renzi, "chiedendogli di evitare prove muscolari in Direzione"

Per Forza Italia Renzi al Senato non ce la può fare: "Al Senato, ormai è chiaro, Renzi non ha i numeri, non ha i voti per approvare la sua riforma costituzionale". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio.


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