Rigopiano, Famigliari Vittime: la RAI non trasmetta il docufilm di Santoro sulla tragedia

24 Maggio 2017   10:09  

I famigliari delle vittime e il sopravvissuto  a Rigopiano hanno dato mandato ai loro legali per opporsi alla messa in onda di un "Docufilm" che vuole raccontare la tragedia del 18 gennaio.

Il sottoscritto, insieme ai colleghi avv.ti Gabriele Germano, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli, assiste ventuno familiari delle vittime del disastro di Rigopiano, nonché il sopravvissuto Giampaolo Matrone.

I miei assistiti nella giornata del 22 Maggio 2017 hanno appreso con estremo stupore la seguente notizia: <>

 I familiari delle vittime e lo sfortunato sopravvissuto, sia quelli da me assistiti che gli altri con i quali il mio studio è in costante contatto, osservano come tale pellicola sia stata girata senza la consultazione preventiva con alcuno di loro.

Tale fatto è gravissimo sia in punto di diritto (è evidente che il programma non è un reportage giornalistico, ma una iniziativa editoriale di carattere speculativo) che sotto il profilo dell’etica di un servizio pubblico.

Non vi è chi non vede come eventuali <> costituiscano materiale di indagine che dovrebbe esser consegnato alla Procura della Repubblica di Pescara, piuttosto che essere dati in pasto al pubblico senza nemmeno averlo preventivamente fatto visionare ai sopravvissuti ed ai familiari delle vittime, magari tramite i loro legali.

Senza entrare in questa fase sulle lesioni dei diritti, si osserva come la mancanza di rispetto e di sensibilità umana nei confronti dei familiari di ben 29 vittime e dei sopravvissuti sia macroscopica, ove solo si pensi che materiale similare in possesso della Procura della Repubblica di Pescara è ancora da questa ritenuto oggetto di segreto istruttorio.

E’ inaccettabile che le vittime di una tragedia siano considerati dal servizio pubblico televisivo come le comparse di uno spettacolo cinematografico che ha quali protagonisti dei servitori dello Stato che hanno fatto il loro dovere con splendida dedizione, ma che sono stati costretti ad affrontare difficoltà ed intemperie con mezzi inadeguati, quali la immotivata decisione di non far alzare immediatamente in volo uno dei quattro elicotteri HH101A CAESAR in dotazione al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare.

E’ emerso da indagini difensive che tali mezzi sono adibiti tra l’altro a missioni di ricerca e soccorso, evacuazione medica e che si caratterizza per la particolare configurazione geometrica delle pale che consente di ridurre sensibilmente le problematiche di scarsa visibilità connesse all’atterraggio in zone sabbiose o nevose e particolarmente vocato per il volo notturno.

Ove la struttura della Protezione Civile avesse funzionato a dovere, attraverso la sala operativa nazionale (SISTEMA) avrebbero dovuto essere attivate le Forze Armate, le quali, autonomamente o in concorso con le altre amministrazioni, avevano il potere/dovere di procedere all’immediata evacuazione ed al soccorso dei feriti tramite le risorse aeree, come al capo d) della direttiva concernente gli <> dal lontano 3 Dic. 2008.

Ciò avrebbe probabilmente salvato vite umane ed evita al mio assistito Giampaolo Matrone le gravi lesioni conseguenti l’essere stato per ben 60 ore sotto le macerie.

Ne deriva che affrontare la vicenda Rigopiano, trattando le vittime come comprimari necessari, non solo costituisce un’offesa nei loro confronti, ma rende qualsiasi prodotto non già un’iniziativa giornalistica, ma una fiction che utilizza cinicamente l’emozione popolare per fare audience.

Alla luce delle considerazioni che precedono non posso, allo stato, che diffidare Codesta spett.le società a mettere in onda la trasmissione “C’è qualcuno”, riservando, in difetto, azione risarcitoria per conto dei miei assistiti.

 


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