Riserva Calanchi di Atri: lo straordinario effetto dell'erosione

28 Febbraio 2012   10:40  

La Riserva, nei pressi della splendida Atri tutela forme di erosione che qui assumono un aspetto impressionante: i calanchi, noti anche come bolge dantesche o scrimoni sono prodotti dal ruscellamento dell' acqua su terreni argillosi e marnosi rimasti privi della copertura boschiva.

L'area protetta si estende per 380 ettari su un paesaggio collinare dai 100 ai 500 metri di quota, dal fondovalle del torrente Piomba al Colle della Giustizia.

Le morfologie calanchive sono distribuite prevalentemente sul versante della sinistra idrografica del bacino del torrente Piomba, che scorre appena a meridione dell'area in studio con andamento all'incirca NW-SE. Solo il settore più settentrionale della Riserva ricade invece nella porzione più elevata del piccolo bacino del torrente Calvano.
I calanchi sono un fenomeno geomorfologico erosivo provocato dall'acqua, tipico del clima mediterraneo. Perché si formi un calanco sono necessarie alcune condizioni: terreno prevalentemente argilloso ma con una certa percentuale di sabbia, versanti con pendenza elevata ma non eccessiva, esposizione preferibilmente a sud, suolo sottile e clima caratterizzato da fenomeni temporaleschi e stagioni secche.

L'instabilità di questi ambienti non impedisce loro di ospitare un'interessante comunità animale e vegetale.
Ai terreni aridi e spesso fortemente salini dei calanchi si sono adattate piante come il cappero, il carciofo selvatico, l'astro spillo d'oro, il gladiolo selvatico, la ginestra odorosa, la tamerice e la liquirizia.

Numerosi sono i rapaci diurni e notturni favoriti dall'ambiente aperto: gheppio, poiana, albanella barbagianni, civetta, allocco, gufo, assiolo ma anche i meno comuni falco cuculo e falco pecchiaiolo. Sono presenti starna, piccione selvatico e colombaccio insieme a numerosi passeriformi. I mammiferi sono quelli tipici che vivono presso scarpate sabbiose e argillose, nelle quali scavano le tane: tasso, volpe, lepre e l'istrice, simbolo dell'area protetta. Presenti anche il riccio e mustelidi come donnola e faina. Nei ristagni d'acqua crescono salici, pioppi, canna di palude e equiseto: qui vivono rettili come la biscia d'acqua e anfibi come il rospo comune e il rospo smeraldino. Sui fiori e sul terreno inumidito si osservano varie farfalle, da alcune specie di Melanargia alla vanessa del cardo, al macaone.

Nella riserva si organizzano escursioni che attraversano Atri e i clanchi: L prima parte del percorso, che va dal palazzo dei Duchi di Acquaviva, dove ha sede l'info-point della Riserva Naturale, alla Cattedrale, è comune sia all'itinerario naturalistico che a quello culturale; in seguito il percorso storico culturale si addentra tra le vie interne del centro verso il chiostro-museo capitolare, il museo archeologico, il museo etnografico fino al teatro romano.

Il percorso naturalistico-ambientale, invece, dopo la cattedrale prosegue dritto fino ai giardini della villa comunale dove sono presenti anche le grotte; dal lato opposto corre lungo il lato nord-est, attraversa la S.P. 553 e procede verso Fonte Brecciola, in parte lungo la strada asfaltata e in parte passando per un tratturo all'uopo risistemato. Nell'ultimo tratto asfaltato che conduce al centro visite e all'ingresso della Riserva Naturale.


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