Rosatellum, la nuova legge elettorale arriva al Senato

23 Ottobre 2017   10:23  

La legge elettorale arriva domani al Senato. Obiettivo, portare a casa il Rosatellum bis entro la settimana: secondo quanto deciso dai capigruppo di palazzo Madama, il voto sulle pregiudiziali dovrebbe iniziare alle 17. Poi giovedì, se tutto prosegue senza intoppi, potrebbe chiudere il suo iter.

Al netto di conti su presenze, assenze o numero legale c'è un'unica cosa certa, dicono in ambienti parlamentari Pd: ovvero, che ci sarà la fiducia. Da definire, quanti voti di fiducia.

Nei giorni scorsi si era parlato di uno schema identico a quello della Camera: tre fiducie per ciascuno dei primi 3 articoli della legge che reggono l'impianto del provvedimento. Ma "si sta valutando", fanno sapere gli ambienti dem. Indipendentemente da dove possano arrivare le insidie (negli ultimi due articoli infatti sono trattati punti tecnici e non sostanziali), va tenuto presente che anche solo un cambio di virgola comporterebbe un nuovo passaggio alla Camera.

Gli emendamenti depositati in commissione venerdì (e che saranno votati da oggi) sono 181 e di questi 2 sono stati presentati da senatori Pd eletti all'estero contrari alla norma cosidetta 'Salva Verdini', ovvero la novità che cittadini italiani residenti in Italia possono candidarsi all'estero.

A differenza del Mattarellum, in cui c'erano due schede, è prevista una scheda unica nella quale il nome del candidato nel collegio è affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono. Non è consentito il voto disgiunto.

Il 36% dei seggi viene assegnato con sistema maggioritario basato su collegi uninominali, il 64% viene assegnato con criteri proporzionali. Alla Camera sono previsti 232 collegi uninominali, gli altri 386 seggi sono assegnati con il proporzionale a cui vanno aggiunti gli altri 12 seggi nelle circoscrizioni estere. Al Senato i collegi uninominali sono 102 e 207 i plurinominali, oltre ai 6 seggi degli eletti all’estero.

La soglia di sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni a livello nazionale, sia alla Camera che al Senato.

Rispetto al testo base, le pluri-candidature salgono da 3 a 5.

Dimezzato infine, sempre rispetto al testo originario, il numero delle firme da raccogliere per partiti o formazioni che non sono in Parlamento o non hanno un proprio gruppo: passa da 1.500-2.000 a circa 750.


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