Rosy Bindi, la ricostruzione post sisma, ha aperto le porte alla mafia

15 Luglio 2014   13:06  

 "E' un problema quello della mafia che esiste e non esisteva in questa terra, possiamo dire che il terremoto da una parte e scelte sbagliate sull' emergenza della ricostruzione hanno aperto la strada anche all'infiltrazione e all'insediamento della mafia. Questo va detto perche' sarebbe ingiusto nei confronti dell' Abruzzo, della sua storia non datare con il terremoto e con gli sbagli che si sono fatti nella fase successiva, l'insediamento della mafia".

Lo ha detto il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, all' Aquila per fare il punto sulle ultime indagini della Direzione distrettuale antimafia che hanno portato ad arresti di imprenditori legati al clan dei Casalesi, in particolare con il boss Michele Zagaria."

Abbiamo constatato alcune carenze nella legislazione - ha aggiunto l'on. Bindi - e d'altra parte io avevo gia' sentito il sottosegretario Legnini con il quale avremo altri incontri perche' chiediamo che il Governo intenda colmare le carenze che si sono evidenziate a partire dalla mancanza di una banca dati e di informazioni adeguate per poter fare i controlli e poi abbiamo constatato la straordinaria capacita' dei poteri mafiosi di capire dove sono le vere debolezze".

La presidente della Commissione Antimafia ha spiegato che "Oggi si specula prevalentemente sul lavoro perche' questa e' la necessita' piu' grande che ha il nostro Paese in questo momento.

Faccio riferimento ai Casalesi nella ricostruzione privata, ed e' questa l'emergenza piu' grande che ha questo Paese ovvero i poteri mafiosi che sono riusciti ad inserirsi.

Il fatto che si sia scoperto con una indagine cosi' accurata ed anche veloce questo criminale comportamento, sta a significare che c'e' vigilanza, c'e' presenza dello Stato e delle forze dell'ordine.

Sono emerse carenze normative soprattutto per quanto riguarda i controlli per i cantieri privati, si tratta di denaro pubblico ancorche' speso da privati, dobbiamo controllare con gli stessi strumenti con i quali si controllano gli appalti pubblici, forse anche di piu'.

Molti soldi sono stati spesi molti ancora dovranno essere spesi e dovranno essere controllati in maniera regolare.

"Io credo che il Governo stia gia' lavorando sulle norme ad hoc per combattere le infiltrazioni della mafia negli appalti, e naturalmente anche noi con questa visita faremo la nostra parte per dare il nostro consiglio, il nostro parere ma anche per chiedere un' accelerazione. 
In Italia siamo attrezzati a combattere le mafie", ha proseguito  la presidente  Rosy Bindi.

"I soldi pubblici devono arrivare per le necessita' che ci sono. Va controllato il modo con il quale vengono spesi. Gli aquilani e gli abruzzesi non possono essere privati dei fondi per la ricostruzione poiche' hanno tutti i diritti ad averli. E' dovere delle istituzioni approntare i controlli, e un sistema che consenta che questi soldi siano spesi bene".
 La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ha risposto a chi tra i giornalisti chiedeva se le inchieste possono bloccare l'invio di soldi pubblici da destinare alla lunga e difficile ricostruzione.

Infiltrazioni mafiose si' ma circoscritte 

"Possiamo confermare che noi abbiamo innanzitutto colto una consapevolezza da parte di tutte le istituzioni della complessita', difficolta' della situazione che permane in questa in citta' e in tutto il cratere sismico con l'aggravante di una presenza significativa ma per adesso circoscritta, cosi' ci dicono le indagini, della criminalita' organizzata di stampo mafioso che si e' accompagnata e seguita con un metodo corruttivo che ancora una volta ha avuto le sue conferme".

Lo ha detto l'on. Rosy, Bindi, nella conferenza stampa al termine della missione a L'Aquila della Commissione parlamentare antimafia da lei presieduta in citta' per fare il punto della situazione sulle infiltrazioni mafiose nei lavori del post terremoto.

"In questa regione - ha osservato - non si poteva parlare di una presenza delle mafie se non per i casi registrati sulla costa e in maniera particolare a Tagliacozzo (L'Aquila) tema oggi di attualita' con l' ulteriore tracciabilita' dei patrimoni di Ciancimino che e' emersa grazie al lavoro della Procura di Roma e quindi si puo' affermare che la tragedia del terremoto e gli errori che sono stati compiuti nella fase immediata dell' emergenza e della ricostruzione almeno in una prima fase hanno rappresentato un po' anche il vettore di insediamento delle mafie".

L'Aquila ha diritto alla ricostruzione 

Abbiano trovato la consapevolezza delle istituzioni sulla necessita' di fare indagini, di controllare e anche dopo avere individuato alcune difficolta' con carenze e alcune contraddizioni che ci sono dentro la legislazione di chiedere con forza strumenti piu' adeguati.

Noi ribadiamo con forza che L'Aquila e tutto il cratere hanno diritto alla ricostruzione, hanno diritto a ricostruire il loro tessuto sociale ed economico hanno tutto il diritto a ritornare ad essere una citta' che guarda al futuro con la ricchezza di tutta la sua storia. Pero' e' doveroso che il denaro pubblico venga speso bene e che ci siano i controlli adeguati".

Cosi' la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, nella conferenza stampa tenuta oggi in prefettura. "Le criticita' si sono riscontrate nella ricostruzione privata che ha una normativa meno vigorosa - ha osservato l'on. Bindi - che da' minori strumenti in mano alle istituzioni, alle forze dell' ordine, alla magistratura. Noi sappiamo che il Governo sta gia' lavorando in questo senso. Noi faremo un lavoro di coordinamento, noi faremo la nostra parte.

Ci sembra che alcune proposte emerse siano da considerare. Innanzitutto - ha spiegato la presidente - va colmato il sistema informativo: non c'e una banca dati per Prefettura, per la magistratura, non ne disponiamo nella sua interezza non si e' in grado di conoscere chi lavora in questo territorio, la tracciabilita', tutti i lavori assegnati, quindi una carenza del sistema informativo che va assolutamente colmato, e' una carenza che ritorna.

All' Expo abbiamo incontrato la stessa difficolta'. Non a caso la prima cosa poco chiara e' accaduta nell' appalto per costruire il sistema informativo per l' Expo, chissa' perche' le banche dati fanno tanta paura, lo sappiamo perfettamente perhe' nelle opacita' ci si inserisce con maggiore facilita'".

Per Rosy Bindi "Occorrono norme simili a quelle per la ricostruzione pubblica per quanto riguarda i subappalti. Io penso - ha aggiunto - che sia arrivato il momento di conferire lavori quando si conoscono i subappaltanti sia nel pubblico che nel privato, da subito, partire dalla fase progettuale, poi proibire il trasferimento degli incarichi perche' anche questo si e' dimostrata essere una strada pericolosissima in cui i malintenzioanti si sono ben inseriti.

Un altro aspetto molto importante e' relativo a tutto il sistema dei controlli: l'accesso ai cantieri sia della ricostruzione pubblica che privata deve avere tutti gli strumenti necessari. L' ultimo caso che ci ha indignati di piu', quello dello sfruttamento dei lavoratori, ci dimostra che tutto questo non puo' richiedere due anni di intercettazioni perche' tutto questo sarebbe potuto essere possibile se ci fossero state queste regole, se ci fosse stata la possibilita' di controlli non necessariamente attraverso le intercettazioni ma attraverso le forze dell'ordine". 

Mafie abili ma le istituzioni sono forti 

Per l'on. Rosy Bindi, che oggi e' stata in missione a L'Aquila con la Commissione parlamentare antimafia per fare il punto sulle infiltrazioni criminali negli appalti del post-terremoto, "ancora una vola le mafie si dimostrano molto abili, capaci di capire le nostre fragilita' e il fatto di avere usato il lavoro, questa circostanza che oggi e' la parte del nostro paese piu' debole piu' esposto e di averlo fatto con il loro metodo che e' quello non tanto di far soldi quanto di tenere in pugno le persone, di affermare il loro potere il loro domino, la loro capacita' di espandersi, questo ci preoccupa molto ma rafforza la nostra convinzione di istituzioni che in questo paese sono forti e possono vincere una battaglia, ma devono dotarsi di strumenti adeguati".

Critica su fase emergenziale 

Sulla fase emergenziale del post-terremoto aquilano la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, non ha lesinato qualche critica.

In particolare ha parlato di errori fatti nella gestione del post-sisma evidenziando che "il tessuto di questa citta' si e' disgregato perche' non si e' fatto niente per trattenere gli aquilani all' Aquila, a cominciare dal fatto che si sono costruite le case fuori dal centro storico.

In parte era necessario, forse. Bisognava dimostrare "quella grande efficienza della prima fase" ma poi si e' visto che "questa prima efficienza non c'e' stata". Per l'on. Bindi che ha parlato di "troppe deroghe", in quel momento "la protezione civile ha potuto operare con poche regole.

"Se tutti dicono che le peggiori case sono quelle assegnate a tutti i pellegrini quelli legati ad Anemone - ha osservato la presidente - si e' compiuto un errore nel montare le casette pensando di fare una cosa buona mentre c'e' stata una fuga da questa citta' perche' nessuno ha aiutato a scegliere di restare qui, non sara' un caso se questa citta' si e' riempita di cantieri dopo il piano Barca che ha accelerato e sbloccato la situazione, lo hanno detto tutti gli interlocutori di oggi, nella prima fase qualche errore e' stato fatto.

L' Aquila in una certa fase era stata adottata da tutto il mondo - ha ricordato l'on. Bindi - e questo in una certa fase ha comportato dei benefici. Poi pero' e' stata un po' abbandonata dal paese. Ora mi pare ci siamo messi sulla retta strada con il Governo che ha intenzione di fare sul serio".

Le istanze del Comune 

"Insieme al vicesindaco, Nicola Trifuoggi, oggi ho avuto un lungo e illuminante confronto con la Commissione Antimafia e la Presidente Bindi, in visita in citta'". Inizia cosi' una nota dell'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano.

Nel corso del colloquio - riferisce l'amministratore - si e' delineato un quadro generale della situazione nel cantiere piu' grande d'Europa e un riepilogo della normativa a partire dei primi atti varati dal giorno del sisma.

Abbiamo anche rappresentato quali sono, a nostro avviso, le possibile modifiche ed iniziative parlamentari che meglio e piu' speditamente facciano procedere nella ricostruzione privata, oggi purtroppo deficitaria di regole certe. Abbiamo anche segnalato la necessita' che il Parlamento possa dotarsi di una norma nazionale sulle calamita' naturali, comprensiva di quelle regole necessarie alla gestione dell'emergenza ed infine, abbiamo delineato quali potrebbero essere i passaggi tramite i quali rientrare nella normalita' delle funzioni locali.

Infine - conclude di Stefano - abbiamo informato la Commissione e la Presidente Bindi, che voglio ringraziare a nome dell'intera amministrazione comunale, dell'esaurimento delle risorse finanziarie dedicate alla ricostruzione, ribadendo l'assoluta necessita' che venga subito varata una strategia economica per il finanziamento della ricostruzione sia dell'Aquila che dei Comuni del cratere sismico".


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