Ruby Bis: Per I Giudici Le Ragazze Facevano A Gara Per Prostituirsi Ad Arcore

Ecco le motivazioni depositate nell'ambito del processo d'apello

10 Febbraio 2015   12:20  

"Quello imperniato sulle serate ad Arcore e sui rapporti tra giovani donne e Silvio Berlusconi era un sistema prostitutivo, contrassegnato dalla corrispettivita' della dazione di denaro o altra utilita' rispetto alla prestazione sessuale".

Lo scrivono i giudici della Corte d'Appello di Milano nelle motivazioni alla sentenza con cui hanno condannato l'ex agente dei vip Lele Mora a sei anni e un mese, il giornalista Emilio Fede a quattro anni e dieci mesi e l'ex consigliera regionale Nicole Minetti a tre anni.

"La partecipazione alle serate, con tutto cio' che comportava al fine di divertire e sollecitare la eccitazione sessuale del padrone di casa", ovvero Berlusconi, "erano il servizio reso per conseguire denaro e altre utilita', e che solo a queste condizioni e a questo scopo veniva reso", scrivono i giudici che parlano di "competizione" tra le ragazze ad Arcore per compiacere Silvio Berlusconi in cambio di denaro o altre utilita'.

Nelle motivazioni alla sentenza di condanna per Mora, Minetti e Fede, i magistrati sostengono che

"le prestazioni, anche quelle minori di tipo a pubblico, che avvenivano nella bunga bungaa (...) ricevevano una ricompensa commisurata, sempre rimessa alla discrezionalita' del padrone di casa", cioe' Silvio Berlusconi.

"Il corrispettivo piu' ingente - questa la ricostruzione dei magistrati - derivava dall'intrattenimento notturno, quando la/le prescelte potevano trascorrere la notte con il presidente, al punto da scatenare in questa prospettiva una vera e propria competizione per assicurarsi il privilegio e la ricompensa maggiorata".

Nel processo di appello 'Ruby bis' si sono incontrati "una confluenza di elementi di prova (...) assolutamente compatti e di univoco significato" sul "carattere remunerativo delle prestazioni, che in vario modo le ospiti ad Arcore "offrivano a Berlusconi, e della natura di tali prestazioni".

I giudici rimarcano anche "il linguaggio, talora sboccato e disinibito, sintomatico di uno stile di vita spregiudicato e disinvolto" da parte delle ospiti ad Arcore che "non lascia spazio a dubbi di sorta: la partecipazione alle serate, con tutto cio' che comportava al fine di divertire e sollecitare la eccitazione sessuale del padrone di casa".

Nelle motivazioni alla sentenza, i giudici della terza sezione penale della Corte d'Appello (presidente Arturo Soprano) motivano la concessione delle attenuanti generiche a Nicole Minetti con "le esigenze di adeguamento della pena al fatto, lo stato di incensuratezza e il considerevole ridimensionamento della posizione processuale per effetto dell'assoluzione dalla maggior parte delle imputazioni".

Per l'ex igienista dentale, gia' in primo grado, nel luglio 2013, era caduta l'originaria accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile ed era rimasta in piedi solo la contestazione del favoreggiamento delle ragazze maggiorenni.

Grazie alla concessioni delle attenuanti la pena per Minetti e' stata ridotta da cinque a tre anni.

Per i giudici della Corte d'Appello di Milano e' "certo" che "anche Karima El Marough (Ruby) compiva atti di prostituzione a favore di Silvio Berlusconi".

Ed Emilio Fede, condannato a 4 anni e dieci mesi per favoreggiamento della prostituzione delle maggiorenni e per tentativo d'induzione alla prostituzione, "deve rispondere per avere favorito la sua attivita', cosi' come ha fatto anche per altre persone".

Secondo i giudici, "esisteva un accordo collaudato da anni tra Mora e Fede per il quale Mora proponeva a Fede ragazze da portare alle serate di Arcore perche' potessero allietare le serate del Presidente".

Tra le ragazze portate nella residenza dell'ex premier va annoverata per i magistrati anche Ruby.

"E' dimostrato che Fede - scrivono - non solo ha favorito la prostituzione di El Mahoroug dando il consenso a Mora per il nuovo ingresso, ma ha anche materialmente accompagnato la ragazza perche' potesse incontrare il facoltoso cliente". Anche "se ci sono elementi che permetterebbero di ritenere che l'imputato Fede avesse conoscenza della minore eta' di Ruby", "manca la prova" della consapevolezza da parte del giornalista del fatto che Ruby avesse meno di 18 anni.

Lo riportano i giudici nella motivazioni alla sentenza d'appello del processo 'Ruby bis' spiegando la ragione per cui hanno assolto Fede dall'imputazione di favoreggiamento della prostituzione minorile.

In particolare, i giudici sottolineano che prima del 14 febbraio 2010, data d'ingresso della giovane marocchina ad Arcore, "non risultano contatti telefonici tra l'imputato e Ruby".

"Come gia' evidenziato in primo grado - si legge nelle motivazioni - e' assai probabile che Ruby possa avere utilizzato altre utenze per contattare l'imputato ed appare possibile che l'imputato possa avere presentato la ragazza a Mora, perche' le offrisse occasioni di lavoro nelle sue serate per portarla ad Arcore".

"Tuttavia - spiega la Corte - manca agli atti una prova oggettiva in tal senso che possa dimostrare che effettivamente tra Ruby e l'imputato vi erano stati contatti nel periodo settembre 2009 - febbraio 2010. Solo la dimostrazione di tali contati permetterebbe di ritenere da un lato che Fede non abbia dimenticato chi fosse Ruby e quanti anni avesse e dall'altro che sia stato proprio lui a introdurla nel giro ad Arcore".

Nella prospettiva dei potenziali sviluppi del Ruby ter, indagine che vede tra gli indagati Silvio Berlusconi e i suoi legali, i giudici della Corte d'Appello di Milano scrivono parole molto severe a proposito dei bonifici effettuati dall'ex Cavaliere a beneficio di molte sue ospiti ad Arcore.

"L'elargizione continuativa di tanto denaro" alle ragazze che furono convocate ad Arcore il 15 gennaio 2011, il giorno dopo essere state perquisite nelle loro abitazioni, "non puo' essere spiegata con la solita 'generosita'' di Berlusconi, per risarcirle dei patimenti subiti e futuri.

L'ex premier nel capitolo 'Ruby ter' risponde anche di corruzione in atti giudiziari.

I giudici della terza sezione della Corte d'Appello si soffermano sulla convocazione ad Arcore.

Il "significato" di questo incontro e' "inequivoco" per i magistrati e "non puo' essere certo qualificato come atto di investigazione privata, posto che esso non ha assunto le forme di legge, si e' svolto in maniera collettiva e ha avuto ad oggetto le perquisizioni del giorno precedente nelle abitazioni delle ragazze".

"L'incontro - affermano i giudici - e' stato organizzato dal Presidente proprio perche' era stata effettuata la perquisizione presso quelle ragazze e quindi in funzione del loro prevedibile futuro ruole di testimoni". "Il risultato dell'incontro - e' la tesi che si legge nelle motivazioni - si ravvisa nella perfetta sovrapponibilita' delle testimonianze delle ragazze che con perfetta sincronia hanno tutte ammesso lo svolgimento di 'cene conviviali', con spettacolini da 'burlesque' o tipo 'Bagaglino', in occasione delle quali 'assolutamente' non avvenivano toccamenti o palpeggiamenti'".

 

Ruby bis: giudici, certo inquinamento probatorio pro Berlusconi

Secondo i giudici del processo Ruby bis, fu messo in atto "un inquinamento probatorio" in difesa di Silvio Berlusconi e dei suoi collaboratori. Sembra un'anticipazione del Ruby ter un passaggio delle motivazioni al verdetto di condanna in appello per Mora, Minetti e Fede. In particolare, i giudici evidenziano che l'interrogatorio dell'avvocato Luca Giuliante a Ruby, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, "si e' svolto in violazione dell'articolo 391 bis" (ndr, quello che disciplina le investigazioni difensive).

Per i giudici di secondo grado, infatti, quell'interrogatorio "non e' stato finalizzato ad acquisire notizie sui fatti addebitati a Mora, cliente dell'avvocato Giuliante, ma ad assumere informazioni su quanto la ragazza aveva detto in sede di interrogatorio ai pm (...) al fine di consentire al reale interessato all'attivita' investigativa, Silvio Berlusconi, di valutare come impostare la propria strategia difensiva".

 

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Silvio Berlusconi e Karima El Marough (Ruby)
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