Sandali, Infradito, Tacco 12, ma in Auto è Reato o Semplicemente da Sconsiderati

27 Giugno 2016   11:20  

Guidare l'automobile con le infradito o scalzi è da molti considerato un periocolo, ma cosa può accadere se si viene sorpresi dalle forze dell'ordine a farlo durante un controllo?

Come ricorda il portale 'laleggepertutti.it', contrariamente a quanto si crede, il codice della strada non prevede più la norma che un tempo vietava di guidare scalzi o con scarpe non chiuse. Questo in considerazione dei cambiamenti tecnologici che hanno portato le auto a rispondere più prontamente ai comandi del conducente.

L'obbligo di portare scarpe ben legate al piede (in particolare dietro il calcagno) era stato imposto perché un tempo i freni non erano così sensibili come quelli di oggi e per consentire un rapido blocco del mezzo in una condizione di necessità, era necessario spingere con forza sul sistema meccanico. In poche parole, il rischio che il piede scivolasse dal pedale aveva portato il legislatore ad adottare questa previsione.

Oggi, i sistemi di frenata sono quasi tutti idraulici o computerizzati, i cambi sono automatici e in molte auto la frizione non esiste più. Inoltre, l'acceleratore è in grado di controllare lo stile di guida del conducente e di adeguarsi a esso o di restare 'bloccato' entro un tetto di velocità preimpostato dallo sterzo. Tutto questo ha portato il legislatore a cancellare il divieto di guidare scalzi o con sandali e infradito.

Tuttavia, il legislatore ha sostituito la predetta norma con una di carattere più generico, da interpretare caso per caso. Il nuovo codice della strada stabilisce che il conducente debba sempre conservare il controllo del proprio veicolo, in modo da poter compiere tutte le manovre necessarie, in condizioni di sicurezza, e garantire la tempestiva frenata dell'automobile entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile.

Per il suo carattere generico, però, la norma si presta ad ampie interpretazioni che in prima battuta vengono rimesse al vigile – chiamato a verificare se, in base al tipo di automobile e di calzari, la guida si può dire sicura – e in un secondo momento, in caso di contestazione della decisione adottata da quest'ultimo, al giudice, con ricorso contro l'eventuale multa. Qualora la polizia dovesse decidere che il conducente guidava in modo non consono a garantire il pieno controllo del mezzo, sarà il magistrato ad avere l'ultima parola, eventualmente valendosi di una perizia che possa valutare la qualità delle calzature sulla base della sensibilità dei pedali dell'auto e della loro risposta ai comandi del piede.

Dal suo canto la Polizia di Stato, in una pagina web dedicata al problema, ha espressamente chiarito che il divieto è stato ufficialmente abrogato, ma resta comunque l'obbligo per il conducente di autodisciplinarsi nella scelta dell'abbigliamento e degli accessori al fine di garantire un'efficace azione di guida con i piedi (accelerazione, frenata, uso della frizione). Ancora una volta, quindi, non prevale una regola generale e valida per tutti i casi, ma tutto viene rimesso alla valutazione della concreta situazione.

In caso di incidente è abitudine delle assicurazioni verificare se lo scontro è stato determinato da negligenza grave: la compagnia, qualora sul verbale della polizia dovesse risultare indicato che il conducente guidava scalzo o con i sandali, potrebbe appigliarsi a questo fatto, sebbene non sia stata elevata alcuna multa. La questione andrà contestata poi nelle opportune sedi giudiziarie, ma di certo, almeno in prima battuta, potrebbe costituire un ostacolo.


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