Sanità, sindaci e presidenti Province chiedono a Chiodi mantenimento servizi Villa Pini e SanStefar

11 Aprile 2012   13:01  

I Presidenti delle Province abruzzesi, Walter Catarra, Antonio Del Corvo, Enrico Di Giuseppantonio e Guerino Testa, e i sindaci delle quattro citta' capoluogo Maurizio Brucchi, Massimo Cialente, Umberto Di Primio e Luigi Albore Mascia, hanno scritto al Presidente della Regione Gianni Chiodi assicurandogli disponibilita' ed appoggio per qualunque determinazione o atto che riterra' utile adottare al fine di rimuovere gli ostacoli normativi che si frappongono alla continuita' nella erogazione dei servizi sanitari accreditati da parte di Villa Pini e SanStefar.

La missiva giunge alla vigilia della sentenza del Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi sull'accreditamento delle strutture sanitarie e dunque sul futuro dei circa mille lavoratori che vi operano.

"Su temi importanti come le prestazioni sanitarie e la salvaguardia dei posti di lavoro il fronte politico sta dimostrando una straordinaria unita' d'intenti - dice il Presidente Enrico Di Giuseppantonio. Ed e' importante - aggiunge - che i Presidenti delle Province e i quattro Sindaci di citta' capoluogo sottoscrivano un documento unitario. Sono convinto che la nostra compattezza sara' di buon auspicio ai fini di una decisione che speriamo vada nella direzione di garantire servizi ai cittadini e stabilita' occupazionale". 

Dopo aver ricordato le vicende che hanno travolto l'ex Gruppo Angelini e l'emergenza occupazionale che ne e' seguita, sindaci e presidenti di Provincia evidenziano che fu proprio grazie all'intervento del Presidente Chiodi che a quelle strutture vennero ripristinati gli accreditamenti, consentendo al Tribunale di Chieti e alla Curatela fallimentare di ridare un'opportunita' a migliaia di operatori sanitari e di salvaguardare i livelli di assistenza sanitaria sul territorio.

"Proprio in considerazione del grande lavoro fatto e dei risultati raggiunti - si legge fra l'altro nella lettera - assistiamo con preoccupazione ad una controversia promossa dinanzi al Giudice amministrativo contro la Tua azione programmatoria, che potrebbe vanificare il nostro impegno, riproponendo il dramma gia' vissuto dai lavoratori e dal territorio. Il 13 aprile - prosegue la lettera - grava sul Consiglio di Stato la grave responsabilita' di impedire che per una perversa applicazione dell'art. 7 bis della Legge Regionale n. 32/2007, posto a tutela dei lavoratori, vengano cancellati il diritto al lavoro ed alla dignita' di mille famiglie, contro la serenita' del nostro tessuto sociale, contro i principi di solidarieta', rispetto e partecipazione verso i piu' deboli cui si ispirano le Leggi e le Istituzioni del nostro Stato. D'altra parte, e' su di noi e su tutta la classe politica di questa Regione che grava la responsabilita' di dare risposte concrete in difesa della causa dei lavoratori e dei pazienti, e ci impone di dare un forte messaggio di unita' che riporti anche nella nostra comunita' la serenita' e la pace necessarie per attuare quelle riforme che sei stato chiamato a realizzare". 


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