Sanitopoli: le accuse non vacillano

14 Giugno 2011   14:07  

Due assoluzioni ed una condanna che aggiunte al patteggiamento a 3 anni e 4 mesi di Masciarelli consegnano un bilancio di perfetta parità nel computo delle prime sentenze al processo sullo scandalo della sanità in Abruzzo. Parità in termini numerici, non in termini sostanziali visto che il giudice ha riconosciuto l'esistenza di un'associazione a delinquere.

"Un'associazione non di poco conto - precisa il Procuratore Capo Nicola Trifuoggi - vista la pesante condanna inflitta all'avvocato romano Pietro Anello e questo non fa che confermare l'intero impianto accusatorio."

Il Gup Angelo Zaccagnini ha ritenuto dunque fondate le accuse di Angelini, sulla cui attendibilità le difese continuano a manifestare le loro perplessità, in merito al pagamento di una mazzetta da 250 mila euro tra ottobre e dicembre 2004 in cambio di una perizia favorevole all'ex re delle cliniche in relazione alla spartizione della torta Cartesio, ovvero la prima cartolarizzazione.

A poco é servita l'accorata arringa difensiva dei legali De Michele e Porta, riguardo alla scarsa incidenza di quella perizia nelle decisioni della Giunta regionale - leggendo attentamente la famosa delibera 58 - ha fatto notare il Pm Bellelli - i riferimenti a quella perizia, anche se ben mascherati, ci sono eccome, mentre, piccola curiosità, il giallo sul famoso post-it appiccicato sul frontespizio della delibera con su scritto "manca il parere di Anello" che, secondo la difesa, starebbe a dimostrare l'assoluta mancanza di qualsiasi legame tra la perizia ed il contenuto stesso della delibera, é stato svelato ieri dal Pm Di Florio - quel post-it é il nostro, lo avevamo momentaneamente attaccato noi quando prelevammo dal faldone la perizia per sottoporla a delle analisi. Anello, dunque, colpevole di associazione per delinquere, abuso d'ufficio continuato e truffa aggravata; assoluzione con formula piena, invece, per l'ex governatore Pace e per l'ex numero due di Fira, uscito già immune dallo scandalo sui fondi Docup, Vincenzo Trozzi. Secondo il giudice Pace non prese quella tangente da 100 mila euro e Trozzi non ha avuto nessuna parte nell'associazione a delinquere messa in piedi da Masciarelli e Domenici. Valutazioni differenti dalle nostre - precisa Trifuoggi - appena avremo letto le motivazioni della sentenza valuteremo l'ipotesi di ricorso in appello. (Luca Pompei)


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