Sciopero avvocati penalisti, adesione pressochè totale

02 Dicembre 2015   16:26  

 E' un'adesione pressoche' totale quella che l'Unione delle Camere Penali sta registrando in questi giorni di astensione dalle udienze dei penalisti.

A riferirlo e' il presidente dell'Ucpi, Beniamino Migliucci, al termine della manifestazione indetta oggi a Roma.

"La percentuale di adesione si attesta al 90% - spiega il leader delle Camere penali - vengono celebrati solo quei processi che sono vicini alla prescrizione o che hanno imputati detenuti".

Migliucci, dunque, torna ad illustrare le ragioni che hanno indotto i penalisti a proclamare lo sciopero, iniziato lunedi' scorso e che proseguira' fino a venerdi': "Vogliamo porre una riflessione sui temi fondamentali quali prescrizione, impugnazioni, partecipazione a distanza, processo mediatico e violazioni sistematiche del diritto di difesa e della dignita' delle persone.

Oggi abbiamo stigmatizzato la riforma, approvata alla Camera, che prevede un 'processo virtuale' a distanza per gli imputati, che cosi' non hanno piu' il diritto di stare davanti al giudice e accanto al proprio avvocato, cosa che significa eludere il principio del giusto processo e smaterializzare l'imputato che assiste al suo processo solo dalla sua cella".

Secondo il presidente dei penalisti, bisogna riflettere "anche nel punto in cui si immagina un processo senza fine, rendendo ragionevole la sua durata intaccando il sistema delle impugnazioni, mentre il 40% delle pronunce in primo grado viene riformato in appello".

Inoltre, denuncia Migliucci, "vi e' una situazione drammatica in alcuni uffici giudiziari del Paese per disorganizzazione e disfunzioni che non consentono di celebrare i processi, mentre un processo ragionevolmente breve e' negli interessi di tutti, dall'imputato, alle parti offese, all'intera societa'".

La manifestazione organizzata oggi a Roma, continua il presidente dell'Ucpi, e' quindi "l'occasione giusta per rilanciare principi costituzionali spesso accantonati, quali la presunzione di innocenza, e il fatto che la punizione deve avvenire, ma non vent'anni dopo i fatti.

Vogliamo sapere quanto la politica difenda il contraddittorio tra le parti e l'idea che la prova si debba formare nel dibattimento, davanti a un giudice terzo.

Vi sono anche ritardi nella riforma del Csm". Una giornata, dunque, "non solo di protesta, ma anche di proposta - sottolinea il leader dei penalisti - c'e' un'interlocuzione costante con la politica, ma l'interesse di un Paese democratico e' la difesa di questi principi costituzionali e vanno eliminate alcune storture".

Infine, Migliucci ricorda anche il tema dei braccialetti elettronici, gia' al centro di un dibattito organizzato dai penalisti, a cui ha preso parte anche l'Associazione Magistrati, nei giorni scorsi: "I braccialetti elettronici in Italia sono solo 2 mila - conclude il presidente delle Camere penali - e dunque si resta in carcere anche quando si potrebbe stare fuori.

Vi e' un'enormita' di costi per questi braccialetti: il contratto con Telecom prevedeva 11 milioni l'anno per 10 anni e in questi primi anni sono stati utilizzati solo 14 braccialetti".


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