Sequestrati immobili per oltre di 1 milione di euro al clan Spinelli

10 Giugno 2013   12:37  

Dopo una lunga serie di indagini, una operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Questura di Pescara ha portato nelle prime ore di stamani al sequestro di beni immobili per circa un milione di euro ai danni della famiglia rom Spinelli, molti membri della quale sono risultati già oggetto di significativi precedenti penali per reati contro il patrimonio.

Nello specifico, oggetto del sequestro sono stati cinque unità immobiliari site nel capoluogo adriatico e due appezzamenti di terreno ubicati nel territorio comunale di Capestrano, in Provincia dell'Aquila, tutti intestati a membri del clan rom, nello specifico il capofamiglia Cristofaro, la figlia Adelaide e la nuora Rosina.

Tale operazione va ad inserirsi nell'ambito del quadro generale delle inchieste condotte dalle forze dell'ordine contro le principali famiglie rom pescaresi dal 2007 ad oggi, che hanno comportato l'adozione di provvedimenti di sequestro di beni per quasi 32 milioni di euro complessivi e 113 misure di sorveglianza speciale.

"Il complesso lavoro di indagine svolto ed le conseguenti misure nei confronti di tali soggetti sono stati possibili in modo particolare grazie all'applicazione del decreto legislativo n° 159 del 2011, che consente, dietro autorizzazione del presidente del Tribunale, di procedere al sequestro anticipato di beni nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi, se si presume vi siano sufficienti presupposti", ha specificato in conferenza stampa congiunta il colonnello Mauro Odorisio, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, che ha di seguito voluto evidenziare come "si é trattato dell'ennesima operazione di contrasto da parte delle forze dell'ordine nei confronti di famiglie malavitose, che vivono e si arricchiscono alle spalle dellacollettività onesta. La nostra attività continuerà, e queste persone non troveranno pace fin quando non sarà stato sequestrato loro tutto il possibile". 

In chiusura della conferenza, il colonnello Odorisio ed il Questore di Pescara Paolo Passamonti hanno rimarcato una volta di più "l'ennesima dimostrazione di efficienza ed efficacia di tali operazioni congiunte delle forze dell'ordine, che proseguiranno attraverso un capillare lavoro di indagine".

 

Lorenzo Ciccarelli

LA NOTA STAMPA CONGIUNTA DI CARABINIERI E POLIZIA

''Personale della Questura e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara ha sequestrato beni immobili per un valore di oltre 1 milione di euro.

L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro si trovava nella disponibilità della famiglia degli Spinelli, composta da numerosi soggetti e che questa mattina sono stati tutti svegliati di buon’ora dai finanzieri e dai poliziotti.

Il clan familiare è costituito da numerosi membri che sono risultati, quasi tutti, gravati da significativi precedenti penali e segnalazioni di polizia per reati contro il patrimonio.

Si tratta, in particolare, di nr. 1 fabbricato con annesse aree pertinenziali, ubicato nella città di Pescara, rifranto in cinque particelle catastali, e due appezzamenti di terreno ubicati nel Comune di Capestrano (AQ), intestati a membri della suddetta famiglia ed il cui valore complessivo supera il milione di Euro.

È questo il risultato di un articolato ed assai complesso lavoro investigativo svolto dalle forze di polizia in applicazione del D.Lgs. nr. 159 del 6 settembre 2011, noto come Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.

La legge, che dà un ulteriore impulso alle misure di prevenzione patrimoniali, consente di addivenire al sequestro ed alla successiva confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da pregiudicati ritenuti socialmente pericolosi.

L’odierno provvedimento, infatti, fa seguito ad una serie di indagini che hanno evidenziato come molti componenti del nutrito gruppo familiare fossero dediti alla realizzazione di condotte illecite capaci di garantire degli ingiusti e rilevanti profitti patrimoniali.

Per il capostipite, si contano reati a partire sin dal 1 aprile 1956 fino a tutto il 2010, periodo di incessante attività criminale che gli ha consentito di capitalizzare ingenti patrimoni mai intaccati ed oggi, finalmente, sottoposti a sequestro. Parallelamente a tali indagini, sono partite, da un lato, l’esame delle dinamiche criminali ad opera del personale della Divisione Anticrimine della Questura e, dall’altro, indagini patrimoniali e tributarie sui beni mobili ed immobili degli indagati, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che sono sfociate in un autonomo procedimento di prevenzione da cui è scaturito il sequestro urgente dei beni ai sensi del richiamato D.Lgs. 159/2011.

Tale provvedimento, infatti, non è più limitato ai soli indiziati di appartenenza ad associazioni per delinquere di stampo mafioso o a sodalizi criminali tradizionalmente ritenuti “più pericolosi”, ma ben può essere esteso nei confronti di tutte quelle persone che rientrano nella categoria della criminalità comune, purchè risulti dimostrata la loro pericolosità sociale nonché la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati, tali da far ritenere che tali beni siano, in tutto o in parte, frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

L’incisività di tale mirata azione ha permesso, nel recente passato, di dare esecuzione a numerosi sequestri e confische nell’ambito delle diverse operazioni condotte dal 2007 ad oggi, con l’adozione di provvedimenti ablativi per complessivi 32 milioni di euro circa e di 113 misure della sorveglianza speciale in capo ad altrettante persone, ad ulteriore prova che la criminalità va contrastata, soprattutto, sul fronte dell’aggressione ai patrimoni sia per l’implicito senso di giustizia insito nei provvedimenti ablativi sia per il contenimento della loro pericolosità.

A BREVE SU ABRUZZO24ORE.TV  MAGGIORI DETTAGLI DELL'OPERAZIONE

 

 


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