Settata anni dall'eccidio dei 9 martiri, Cavalieri: "Finalmente verso di loro un atto di giustizia"

il 23 settembre 1943 i nove giovani furono uccisi

23 Settembre 2013   14:12  

Settanta anni fa una tragico sacrificio per la libertà, vittime ne furoni giovanissimi aquilani. 

Bruno D'Inzillo, Berardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti, Pio Bartolini tentarono di resistere ai tedeschi su Colle Brincioni.

Valter Cavalieri,  professore di storia e filosofia, ne spiega il valore, nella giornata che commemora il fatto proprio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove altri giovani fanno tesoro della storia.

"Questa commemorazione è un atto di giustizia verso questi ragazzi, perché la città per decenni ha dimenticato, rindimensionato e dileggiato questo sacrificio - spiega il professor Cavalieri -Qui all'università, casa della ricerca anche storica, si ricostruiscono i pezzi di avventura finita male. Oggi gli studi e il dolore accumulato consentono di rileggere con maturità l'evento, che possiamo dire con orgoglio, è stato uno dei primi atti della resistenza italiana"

I nove martiri erano giovanissimi che decisero di contrapporsi ai tedeschi, pagando con la vita. Giovni con età tra i 17 e i 21 anni.

"I loro non erano valori ideologici -chiarisce Cavalieri- era il desiderio forte di libertà, che è la premessa per qualsiasi impegno civile. Spero rimanga questo il valore di libertà che si può istillare nei giovani che altri vorrebbero addomesticare e ammansire".

Cavalieri poi aggiunge una ulteriore riflessione, riguardante la presunta equiparazione tra diversi fatti traagici della storia: "Non sono un manicheo, ma di fronte alla storia c'è un tribunale dei valori. La pietà è per tutti, anche i caduti della parte opposto, ma non si può impostare una pacificaziione sulla base di un'equiparazione sul piano dei valori. Il principio di libertà implica una scelta e si contrappone al principio di repressione che fu compiuta dai giovani sociale, anche a L'Aquila. Il plotone di esecuzione che uccise i nove martiri era composto da tedeschi e da fascisti"


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