"Shame", la maschera del sesso

La recensione del film

21 Gennaio 2012   09:06  

Regia: Steve McQueen

Cast: Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware

Genere: Drammatico

Durata: 99 minuti

Voto: OOOO

Brandon, all'apparenza, conduce una vita da sogno con una casa elegantissima e tenuta in perfetto ordine, un lavoro appagante e tante donne disposte a farsi corteggiare e concedersi senza troppe resistenze. In realtà, però, quest'uomo non fa altro che indossare una maschera per nascondere terribili tendenze sessuomane. Nel chiuso dell' appartamento sfoga la sua repressione pagando prostitute, guardando film porno e masturbandosi continuamente. Brandon riesce a tenere nascosta la malattia senza grossi problemi, fin quando non irrompe nella sua segretissima intimità la sorella più piccola Sissy, se possibile ancora più problematica di lui, che lo costringerà a fare i conti con i mille scheletri che ha nascosti nell'armadio.


Tornato dietro la macchina da presa dopo "Hunger", la sua opera prima inedita in Italia, Steve McQueen, videoartista britannico, disegna con "Shame" un esempio memorabile di pervertito ai tempi di internet. Michael Fassbender, nuovo richiestissimo divo di Hollywood, si dona completamente alla telecamera senza risparmiarsi, con tanto di nudi integrali ed esplicitissime scene di sesso, anche estremo. Non è, chiaramente, un film per tutti, sia per ciò che si vede sia, soprattutto, per ciò che contiene.


"Shame" è una pellicola che chiede allo spettatore di andare oltre la morbosità del sesso, mai passionale piuttosto disperato quanto il protagonista, per entrare fino in fondo nel torbido animo di Brandon, cupo come tutto ciò che lo circonda e, per quanto perverso, non così lontano dal toccare il cuore dello spettatore.


Steve McQueen si dimostra cineasta capace sia nella scelta delle storie da portare sullo schermo, sia in alcune trovate stilistiche destinate a rimanere nella storia del cinema. Rimarrà senz'altro memorabile il lungo primissimo piano su Carey Mulligan, straordinaria nel ruolo di Sissy, che canta quasi piangendo "New York, New York". "Shame" è uno di quei gioiellini destinato, però, a dividere in maniera netta il pubblico e la critica: o lo si ama o lo si odia. Senza mezze misure.


Forse esagera un po' nel puntare allo scandalo ma, a ben guardare, il sesso è solo una maschera sotto cui si nasconde un lucidissimo atto d'accusa al 'meglio apparire che essere' tanto in voga nella società del denaro che tutto può comprare. Ma non potrà mai purificare le coscienze.


Bellissimo.

Francesco G. Balzano

 

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