Si prostituiva per un gelato e per la spesa: storia shock di una bimba teramana

I genitori sotto accusa

13 Dicembre 2013   11:02  

Non è ancora stata metabolizzata la triste vicenda delle baby squillo dei Parioli,che un'altra storia molto simile, e per certi aspetti ancora più grottesca, viene fuori a Teramo.

Il processo a carico di una coppia residente nel capoluogo aprutino, difatti, ha fatto emergere l'esperienza di una ragazzina di appena 13 anni, di origine romena ed etnia rom, anch'essa costretta, secondo le accuse mosse ai genitori dal pm Silvia Scamurra, a prostituirsi con uomini adulti, con la sola differenza che, mentre le sue coetanee romane lo avrebbero fatto per abiti firmati o per un nuovo cellulare, lei lo avrebbe fatto per un gelato e per provvedere alla spesa.

Una bambina costretta ad atteggiarsi a donna, in un contesto di estremo degrado consumatosi alla periferia di Teramo, dove la famiglia risiede alla meglio in un furgone.

Nell'aula di Corte d'Assise del Tribunale, si affollano le testinìmonianze dei vari teste, che concordano su come la ragazzina, dopo aver trascorso la mattina a scuola, fosse accompagnata dal padre dai clienti con il furgone (un anno fa, i carabinieri la sorpresero insieme ad un 55enne, in seguito condannato a 4 anni e 4 mesi con un rito abbreviato per rapporto sessuale con minorenne), e talvolta si recasse anche in piazza a chiedere l'elemosina.

La sfortunata bimba, assistita dall'avvocato Monica Ferretti, è parte civile nel processo a carico dei genitori, accusati di sfruttamento della prostituzione e privati della potestà genitoriale, ed è stata affidata ad una comunità.


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