L'abbiamo voluta incontrare nei nostri studi, è arrivata in tarda serata.
Ieri la denuncia in Questura, contro ignoti e nel pomeriggio il turno nel Centro Anti Violenza dell'Aquila, di cui è legale.
Simona Giannangeli è indignata ma ferma, consapevole dell'importanza del suo lavoro con le donne, al fianco delle donne.
Venerdì sulla sua macchina un biglietto di minacce con parole chiare: "Ti passerà la voglia di difendere le donne" e a seguire ingiurie.
Una lunga intervista in cui racconta le sue sensazioni, il suo lavoro, la fatica di un centro che va avanti senza fondi.
E se pure la paura c'è stata, Simona decide di rendere pubblico il fatto che la riguarda e lo denuncia, perché spiega "silenzio e solitudine sono le due cifre con cui si alimenta la violenza".
Parlare anche delle minacce che lei ha ricevuto è un modo per azzittire chi tenta di mettere paura, di intimorire, di mettere il bavaglio.
di Barbara Bologna