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"Il fatto stesso della riapertura della vertenza su tale questione costituisce un danno gravissimo per le imprese del territorio interessate che si trovano costrette a fare i conti con questa nuova richiesta che costringe a rivedere o quantomeno sospendere programmi e piani di sviluppo aziendale".
"E' evidente che la questione rimane in tutta la sua drammaticità. La restituzione richiesta ai alle imprese che secondo l'UE non avrebbero subito danni diretti dal sisma, avrebbe conseguenze veramente insostenibili, con ricadute economiche fortemente negative sui bilanci già consolidati delle imprese e sui loro piani aziendali.
Il tutto, peraltro, come conseguenza di una Legge italiana (l.183/2011) che non precisò nei giusti termini, tempi e modi i criteri per la valutazione dell'aiuto in questione: come conseguenza di ciò, ora dovrebbero pagare le conseguenze direttamente le Imprese, e quindi indirettamente anche i cittadini, colpiti dal terremoto del 6 Aprile 2009''.