Sit-in/flash mob contro-informativo del Forum H2O durante la presentazione Terna Reti Italia

05 Febbraio 2015   12:18  

Un sit-in/flash mob è la risposta all'iniziativa pubblicitaria di TERNA che si terrà domani a Pescara, davanti al Teatro D'Annunzio, dove TERNA ha organizzato la sua iniziativa propagandistica, dalla mattina ci sarà un presidio contro-informativo e, nel pomeriggio alle 16, un sit-in/flash mob a cui i comitati invitano i cittadini a partecipare.

Ad organizzare la risposta all'iniziativa provocatoria di TERNA sono i comitati che stanno nascendo su tutto il territorio regionale contro i due elettrodotti che TERNA vuole realizzare in Abruzzo, il Villanova – Gissi e il Tivat (Montenegro) – Pescara – Cepagatti, diversi per procedimento amministrativo seguito ma di fatto collegati ad un unico disegno perseguito dall'azienda che ormai ha grandi componenti private.

E' l'unica risposta possibile all'iniziativa di un'azienda che ha già avviato i suoi cantieri sul territorio. Che dialogo può esserci quando tutto è stato già deciso in altri luoghi lontani da qualsiasi forma di democrazia matura e trasparenza?

Abbiamo dimostrato con i fatti che negli altri paesi europei il dibattito sulle opere si fa prima, mostrando tutte le carte e non semplici comunicati, come progetti preliminari, criteri localizzativi ecc.ecc. mano a mano che vengono proposti. Tempi certi, ma dibattito vero assicurato. Qui i cittadini hanno dovuto scoprire Determine Direttoriali (la famosa Determina “Sorgi” con i criteri localizzativi per gli elettrodotti in Abruzzo) risalenti al 2008/2009 mai pubblicate sul BURA Regionale.

La stessa TERNA prima ha sottoscritto verbali in cui dichiarava che era necessaria una Delibera di Giunta Regionale per approvare tali criteri localizzativi ma poi ha utilizzato la Determina Regionale nei suoi documenti. Gli accordi prevedevano che tali criteri venissero concordati coinvolgendo gli Enti locali, che invece si sono visti arrivare un diktat: questi sono i percorsi, prendete qualche briciola altrimenti tanto andiamo avanti. Insomma, come stare ad un tavolo con la pistola puntata alla tempia!

L'elettrodotto in corrente alternata Cepagatti (Villanova)- Gissi è realizzato per 1/3 in aree a rischio idrogeologico e i cantieri sono andati sott'acqua con una piena modesta del fiume Pescara. Gli enti non garantiscono alcun controllo sui cantieri di quest'opera partiti da mesi, nonostante plurime denunce dei cittadini. Addirittura si sta costruendo l'opera in difformità con il progetto approvato dal V.I.A., avendo sostituito il tipo di piloni, che per un elettrodotto è l'elemento centrale. E' come dire che in ristorante uno sceglie un piatto di risotto ma gli portano la pastasciutta perché tanto è sempre un primo piatto!

Per l'elettrodotto in corrente continua Tivat (Montenegro) -Pescara-Cepagatti (Villanova) arriviamo al caso incredibile che il Comune di Pescara ha pubblicato sul suo sito WEB le tavole del percorso e altri scarni documenti progettuali solo ieri e dopo reiterate proteste dei cittadini e dei comitati. Il tutto a cantiere dell'opera avviato sulla spiaggia!

Abbiamo dimostrato che all'estero per cavi identici a quelli di TERNA le aziende pubblicano documenti di centinaia di pagine, redatti in forme comprensibili per la popolazione, PRIMA. Addirittura, come nel caso del Nemo-Link (che ha un sito dedicato in tre lingue! http://www.nemo-link.com/) promuovendo una Valutazione di Impatto Ambientale volontaria.

Come mai aziende private “gemelle” di Terna sentono di doversi sottoporre a questa procedura se non vi sono problemi di sorta dal punto di vista ambientale come recita il mantra di TERNA? Tutto, comunque, avviene PRIMA dell'approvazione delle opere. Lo stesso accade in Inghilterra per il Western Link (http://www.westernhvdclink.co.uk/).

Perché i cittadini abruzzesi sono trattati come cittadini di serie C?

Qui addirittura gli enti locali per qualche euro hanno addirittura firmato accordi in cui si prevede che il Comune si impegna ad intervenire attivamente per cercare di “prevenire e dirimere ogni conflitto ambientale, territoriale e sociale dovesse sorgere”. Praticamente il comune, per conto di una S.P.A. che oggi ha capitali cinesi, si impegna a mettere la sordina all'opinione pubblica!

Addirittura il Comune di Pescara si impegna a restituire le somme ottenute, perline colorate rispetto ai profitti giganteschi di miliardi di euro che l'opera muove, se il cavo non dovesse essere realizzato per, testuale nell'accordo, l'”insorgere di conflitti sociali”! Un ente si impegna a rispondere per le azioni dei suoi cittadini, cioè di terzi. Quindi gli enti locali devono solo sperare e auspicare che i loro cittadini stiano zitti. Tutto ciò si può leggere nell'accordo TERNA-Comune di Pescara.

Come si comporteranno questi enti rispetto all'opera? Sarà un caso che gli scarni documenti progettuali sono pubblicati sul sito del Comune di Pescara (http://www.comune.pescara.it/internet/index.php?codice=147&idnews=3661&navBackPage=148) a cantiere ormai attivato?

Praticamente un abisso tra quanto accade negli altri paesi europei, altro che info-day!

Leggendo le carte, quando le avremo tutte, come al solito chiariremo le ulteriori criticità che già si intravedono. Da ora riteniamo del tutto contraddittorie, e ci chiediamo come possano essere poste alla base di un'opera internazionale di questa portata, le affermazioni circa la sua necessità per gli abruzzesi in considerazione del deficit elettrico e rischio black-out.

Infatti:

a)un elettrodotto non produce energia ma al massimo la trasporta, quindi non colma alcun deficit;

b)pertanto un eventuale deficit produttivo rimarrebbe, cambia al massimo qual è il nostro fornitore dove compriamo energia;

c)attualmente l'Italia ha impianti per produrre energia elettrica IN ECCESSO per circa il 40%, come ammettono tutti gli operatori del settore1. Cioè gli impianti esistenti, anche in Abruzzo, restano FERMI E IMPRODUTTIVI. Addirittura è stato varato dal Governo il sistema del “Capacity payment” con cui paghiamo il servizio reso da centrali (di solito turbogas) che teniamo spente ma per le quali paghiamo il “servizio di esistere”, perché oggi sono spente ma possono essere accese in caso di bisogno;

d)paradossalmente i cavi promuovono una delocalizzazione delle attività produttive energetiche incentivando a prezzi esorbitanti per i cittadini l'importazione dall'estero, dove le aziende producono energia magari a costi minori rispetto agli impianti italiani, aumentando quindi i loro profitti;

e)gli slogan di Terna sui deficit sono quantomeno illogici visto che la Puglia ha un eccesso produttivo dell'83% (cioè esporta energia) ma TERNA magnifica la costruzione di un cavo, autorizzato dal Ministero, come quello per Pescara, dall'Albania alla Puglia;

f)l'Abruzzo è stato in deficit nel 2013 ma nel 2009 ha prodotto energia in surplus rispetto alla domanda e non ci risulta ci siano stati problemi per il suo dispacciamento. Inoltre i consumi nel 2009 erano molto più elevati di quelli odierni. Nel frattempo – ad abundantiam - sono stati costruiti ulteriori impianti. Come per il resto d'Italia il potenziale di produzione è in forte eccesso (in sostanza le centrali rimangono spente per molte ore);

g)i dati di consumo elettrico sono in costante discesa rispetto alle previsioni di TERNA alla base – almeno sulla carta – della realizzazione delle interconnessioni dall'estero. Questo, e quanto sopra ricordato, escludono qualsiasi problema di black-out.

Praticamente per anni ci hanno ripetuto il ritornello dell'autosufficienza energetica (importiamo dalla Francia, servono nostre centrali!); abbiamo dovuto sopportare la costruzione di decine di nuove centrali perché “ne avevamo bisogno”; ora però le teniamo spente e le paghiamo per questo (!), costruendo però infrastrutture per importare di nuovo dall'estero l'energia a prezzo fisso e alto!

Per quanto riguarda gli aspetti sanitari dell'elettrodotto Tivat-Pescara-Cepagatti il cavo in corrente continua produce un campo magnetico statico. I pochissimi studi esistenti, molti dei quali realizzati in laboratorio su cellule e su animali diversi dall'uomo, seppur usando livelli di esposizione maggiori di quelle prodotti dal cavo in questione, confermano l'esistenza di numerosi effetti di alterazione del metabolismo cellulare di questi campi.

L'assenza di studi di esposizione per periodi lunghissimi e addirittura h24 non può certo tradursi in elemento tranquillizzante per un'opera che corre letteralmente zigzagando tra le case. Tra l'altro le emissioni dovrebbero essere valutate in tutte le condizioni di esercizio e manutenzione.

Per queste ragioni e molte altre ragioni che per spazio qui non trattiamo rimandando ad ulteriori appuntamenti con la stampa e la cittadinanza, rigettiamo qualsiasi confronto ad opere in esecuzione e chiediamo:

-ai cittadini di partecipare al sit-in/flash mob che si terrà dalle ore 16:00 a Pescara davanti al Teatro D'Annunzio domani venerdì 6 febbraio;

-a tutti gli enti di schierarsi dalla parte dei cittadini e non dell'azienda.

 


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