Somministrò morfina a neonato, agli arresti infermiera della Asl di Verona

03 Agosto 2017   11:50  

La Polizia di Stato di Verona ha arrestato un’infermiera, in servizio presso la Asl, per aver somministrato morfina ad un neonato, in assenza di prescrizione medica e senza necessità terapeutiche, provocandogli un’overdose con arresto respiratorio prontamente superato dal tempestivo intervento sanitario.

L'episodio è accaduto lo scorso marzo, il neonato era ricoverato presso la terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Civile di Verona, in seguito a inspiegabili e ripetute crisi respiratorie, il piccolo era stato trasferito in una stanza di cura intensiva, per potergli praticare le opportune manovre di rianimazione.

Con il peggioramento del quadro clinico, l’infermiera aveva ordinato alla collega di somministrare al neonato un farmaco antagonista degli oppiacei, come la morfina, indicando anche il dosaggio. Immediatamente dopo il neonato aveva ripreso a respirare autonomamente.

In seguito agli accertamenti medici, è emerso che la crisi respiratoria che aveva messo in gravissimo pericolo di vita il piccolo paziente, era dipesa dall’assunzione di morfina, certamente avvenuta poche ore prima dell’evento.

Tale assunzione, avvenuta in assenza di qualsiasi prescrizione medica o indicazione terapeutica, non è apparsa riconducibile a errore in quanto di regola la morfina viene somministrata ai neonati per via endovenosa e non orale o nasale come certamente avvenuta in questo caso, non avendo il piccolo accessi endovenosi aperti.

In un primo momento l'infermiera, 43 anni, che aveva accudito il neonato aveva dichiarato di non ricordare chi avesse ordinato la somministrazione del farmaco. In particolare, nelle ore precedenti all’accaduto, era stata proprio lei a tenere in braccio il neonato definendolo come “rognoso” in presenza anche delle altre colleghe. La stessa aveva confidato a un’altra infermiera di fare abituale utilizzo di morfina e benzodeazepina, pur in assenza di prescrizione, somministrandola ai neonati per via orale o nasale per metterli tranquilli, nella convinzione dell’insussistenza di concreti pericoli.


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