Soppressione guardie mediche nelle aree montane, ancora polemiche

10 Settembre 2013   13:19  

“Chiodi si comporta da lepre quando azzera le aspettative di salute dei cittadini delle zone montane, eliminando importanti sedi di guardie mediche e, al contrario, si comporta da perfetta lumaca non contestualizzando un progetto di sanità sul territorio che garantisca gli stessi cittadini. Ancora una volta, Chiodi inizia dal tetto senza mai arrivare alle fondamenta.''

E' il commento del capogruppo dell’Idv alla Regione Abruzzo, Lucrezio Paolini, sulla soppressione di 17 guardie mediche su tutto il territorio regionale, e precisamente quattro all’Aquila, una a Pescara, sette nella provincia di Chieti, cinque nel teramano.

E che fa seguito alle dure reazioni di cui ieri abbiamo riferito, da parte dei sindaci dei territori interessati.

La soppressione è un effetto del decreto del commissario alla Sanità Gianni Chiodi, che si adegua ai nuovi parametri stabiliti dal governo, ovvero una guardia medica ogni 5mila abitanti, oppure ogni 3600 se si tratta di un'area disagiata.

Una soppressione obbligatoria, secondo le Asl, che tengono a sottolineare: ad essere cancellate sono le guardie mediche che nel tempo hanno registrato il minor numero di interventi.

Per la maggioranza replica alle critiche crescenti Antonio Prospero, consigliere regionale di Rialzati Abruzzo, componente della commissione sanità della Regione che la ncia la poala avanti con un aproposta alternativa.

''E' vero che la nuova riorganizzazione - spiega Prospero - prevista da un decreto regionale riduce il numero complessivo delle Guardie mediche, ma è altrettanto vero che stiamo già lavorando ad un progetto innovativo che migliorerà il servizio sanitario soprattutto nei centri più piccoli del nostro territorio.

Di questo progetto stiamo parlando con i dirigenti sanitari regionali con i quali abbiamo già avuto alcuni incontri ed altri, risolutivi ai fini di talune scelte, si svolgeranno questa settimana.

Nelle prossime settimane definiremo le linee strategiche di intervento, al fine di garantire la sanità lì dove rigidi schemi di politica nazionale impongono alle regioni tagli drastici di alcuni servizi sanitari senza tenere conto che ciascuna realtà territoriale è diversa dalle altre e, dunque, da studiare e trattare con maggiore attenzione''.

Resta da capire come potranno essere sostituite le guardie mediche con un sistema ''a chiamata'' che possa garantire la velocità di intervento.

Osserva ad esempio, Enzino De Febis , sindaco di Bisenti, altro comune dell'entroterra teramano interessato alla soppressione: 

''La nostra guardia medica garantisce assistenza notturna ai cittadini di un ampio territorio. La sua soprressione significherà  avere un medico disponibile ancor più lontano, in un territorio montano e mal collegato''.

E osserva infine il cittadino daniele Leone, di Celenza ssul Trigno: 

''Signor presidente: qui c’è in ballo la salute di anziani, donne e bambini. Sì anche dei bambini visto che avete tentato di togliere anche il servizio pediatrico.

Come si fa a non rendersi conto che la guardia medica è un presidio fondamentale per un territorio montano come quello dell’alto vastese?

I cittadini di Celenza Sul Trigno per raggiungere la più vicina guardia medica dovranno percorrere oltre 40 km di strade piene di buche, senza illuminazione e impraticabili durante l’inverno. Conviene loro percorrere 40 Km sulla Trignina e raggiungere l’ospedale di Vasto.''

 

 


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