Sospiri: "Su Ombrina bisogna attuare strategia chiara e condivisa, non basta presentare ricorsi

19 Novembre 2015   16:23  

Sul ‘caso’ Ombrina va messa in atto una strategia chiara e politicamente condivisa, che deve partire da una dichiarata presa di posizione del Governatore D’Alfonso contro quel Governo Renzi e quel Pd che hanno autorizzato l’aggressione della costa abruzzese.

Non basta presentare ricorsi al Tar, ovvero provvedimenti dovuti, scontati e di pura facciata di un Pd che in Abruzzo dice di essere contro le estrazioni, ma a Roma firma i via libera, nel silenzio totale della politica locale.

Nel frattempo attendiamo ancora che il vicepresidente della Regione Lolli venga in aula a riferire su quanto accaduto a Roma nel corso della Conferenza dei Servizi che ha sbloccato l’iniziativa, una Conferenza disertata dall’onnipresente Presidente D’Alfonso, che, alla difesa dell’Abruzzo, ha preferito occuparsi dello Stadio Adriatico.

Un’assenza, la sua, che ora dovrà giustificare agli abruzzesi, spiegando anche le ragioni della guerra che il Pd romano ha evidentemente ingaggiato con l’Abruzzo ai danni del nostro territorio”.

È il commento del Capogruppo di Forza Italia, alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri alla notizia del secondo ricorso al Tar presentato dalla Regione contro Ombrina.

“Sulla vicenda di Ombrina – ha ricordato il Capogruppo Sospiri - abbiamo assistito a una decisione grave, difficile da digerire e stiamo ancora aspettando che il vicepresidente Lolli, presente al posto del Governatore D’Alfonso alla Conferenza dei Servizi romana che ha autorizzato le estrazioni, venga in Consiglio regionale a spiegare cos’è accaduto nel corso della riunione.

Non è pensabile che la maggioranza consiliare del Pd, lo stesso partito che ha autorizzato a Roma Ombrina, dopo essersi sperticato per mesi sui giornali a urlare la propria opposizione, dopo aver voluto approvare una legge che, a suo dire, avrebbe dovuto bloccare Ombrina, resti ora in silenzio perché è arrivato un dirigente, che ha letto distrattamente la legge regionale approvata per l’istituzione del Parco Marino e, senza tentennamenti, ha messo la sua firma autorizzando l’impianto di estrazione.

Né è pensabile che il Governatore D’Alfonso se la cavi con una pacca sulle spalle: pur di non dover partecipare alla Conferenza dei Servizi che, evidentemente, dava per persa già in partenza, ha scelto addirittura di presiedere un vertice sulla futura riqualificazione dello Stadio di Pescara, opera sulla quale non ha, in qualità di Presidente di Regione, alcuna competenza diretta, né alcun coinvolgimento, né voce in capitolo, visto che tutto fa capo al Comune di Pescara che, sino a prova contraria, ha ancora un esecutivo, seppur commissariato dallo stesso D’Alfonso.

Evidentemente il suo è stato un chiaro e innegabile éscamotage per non dover incassare personalmente quella porta sbattuta in faccia all’Abruzzo.

Ma comunque oggi anche il Governatore D’Alfonso è chiamato a dare giustificazioni sul proprio comportamento, sulla propria assenza dal tavolo romano, che stava assumendo una decisione strategica per la nostra regione. E quelle giustificazioni dovrà fornirle a tutti gli abruzzesi.

Oggi apprendiamo del doppio ricorso al Tar che la Regione ha dato mandato all’Avvocatura di presentare, un atto dovuto, ma che nulla aggiunge a una battaglia che andrebbe condotta con altri mezzi e altre misure, a partire da una presa di posizione chiara contro il Governo Renzi-Pd, lo stesso partito del Governatore D’Alfonso, che, seppur presente ogni giorno nei Dicasteri romani, sta assistendo da semplice spettatore all’avvio di una stagione di nuove e pesanti aggressioni al nostro territorio volute dalla legislazione nazionale”.

 


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