Stangata Imu e Tasi per le aziende, Teramo nona in Italia per i rincari

Primato negativo assegnato da Cgia

30 Settembre 2014   13:22  

Brutte notizie in arrivo per molte aziende teramane, a seguito del nuovo studio effettuato dalla Cgia di Mestre in merito ai rincari sui capannoni nei capoluoghi di Provincia italiani.

Secondo l'istituto, infatti, Teramo si assesta addirittura al 9° posto tra i capoluoghi per i rincari più alti: in base ai calcoli incrociati dell'Ifel (Istituto della Finanza e del'Economia Locale) e del Ministero dellEconomia e delle Finanze, dunque, un imprenditore teramano que­st'an­no pa­ghe­rà 1.927 euro tra Im­po­sta mu­ni­ci­pa­le pro­pria e la Tasi, nuova tassa sui ser­vi­zi indivisi­bi­li, ossia 184 euro in più rispetto al 2013 (+11% circa).

Gli im­por­ti ver­sa­ti sono quel­li al netto del ri­spar­mio fi­sca­le do­vu­to alla par­zia­le de­du­ci­bi­li­tà dal red­di­to di im­pre­sa del­l'I­mu (pari al 30% del­l'im­po­sta nel 2013 e al 20% dal 2014) e alla to­ta­le de­du­ci­bi­li­tà della Tasi e della mag­gio­ra­zio­ne Tares. Inol­tre, sono state uti­liz­za­te le ren­di­te ca­ta­sta­li medie di cia­scun ca­po­luo­go.

Detto del nono posto di Teramo in questa poco invidiabile classifica, gli incremen­ti più pe­san­ti ri­spet­to al 2013 si re­gi­stra­no a Pisa (+31%, rinca­ro di 791 euro) e Brin­di­si (+18%, +2.314 euro), men­tre la mag­gior ri­du­zio­ne fisca­le è per gli im­pren­di­to­ri di Mo­de­na (-15%, -309 euro) e Si­ra­cu­sa (-15%, -463 euro). In linea ge­ne­ra­le, la tas­sa­zio­ne sui ca­pan­no­ni nel 2014 aumenterà in 3 Co­mu­ni ca­po­luo­go su 4.


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