Stato d agitazione alla Honda di Atessa, Fiom chiede incontro con Ministero sviluppo

13 Novembre 2015   15:23  

 "Da oggi inizia lo stato di agitazione dei lavoratori della Honda: intraprenderemo tutte le azioni sindacali necessarie e chiederemo un incontro di verifica al Ministero dello Sviluppo economico sul piano industriale dell'azienda al quale parteciperanno non solo per parti sociali ma anche le istituzioni regionali e locali che si sono impegnate per la loro parte nel piano di rilancio dello stabilimento".

Lo ha dichiarato il segretario provinciale della Fiom Cgil, Davide Labbrozzi, nel corso della conferenza stampa di questa mattina sul presente e prossimo futuro della Honda di Atessa, l'unico stabilimento europeo della casa motoristica giapponese dedicato alla produzione delle moto.

"Quando abbiamo sottoscritto il piano industriale nel 2012 gli elementi erano chiari e ben delineati: pareggio di bilancio, taglio della forza lavoro, produzione a 120 mila moto.

La nostra parte l'abbiamo fatta gestendo un processo non facile di riduzione del lavoro che ha tagliato 404 posti di lavoro - ha sottolineato Labbrozzi - manca la parte dell'azienda: senza il suo contributo in termini di investimenti, come ci e' stato detto da loro stessi tre anni fa, lo stabilimento di Atessa chiude".

Il segretario della Fiom-Cgil e' inoltre preoccupato che lo stabilimento della Honda, il primo ad insediarsi nella zona industriale Val di Sangro nel 1971, sia destinato a diventare un polo di assemblaggio delle moto e non piu' di produzione.

"A forza di ridurre i costi questo stabilimento rischia di ammalarsi di anoressia industriale, rischia di ritrovarsi in una situazione di debolezza che portera' alla morte dello stabilimento e non al suo rilancio.

Quando vanno via i motori da produrre per risparmiare, e' un'operazione che toglie valore aggiunto all'azienda e soprattutto qualita': risparmiando, togliamo o aggiungiamo valore a questo stabilimento?

Se vogliamo rendere questo stabilimento un magazzino diciamocelo: noi vogliamo un'azienda che venga rilanciata con gli investimenti. Ma al momento, non c'e' nulla in questo senso - ha concluso Labbrozzi - non si puu' rilanciare uno stabilimento senza un euro di investimento".


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