Stefano De Martino: la mia droga si chiama Belén

L'intervista esclusiva a Vanity Fair

31 Luglio 2012   13:08  

Se lei non c'è ha il magone. Ma quando sono insieme spara tutte le «cartucce» del suo caricatore.

Il ballerino di Amici, nell'intervista su Vanity Fair in edicola dal 1 agosto, si confessa:

«Non sono mai stato così dipendente da qualcuno» "Se una cosa mi piace, me la prendo. È andata così anche con Belén».

Stefano De Martino, ballerino di Torre Annunziata e di Amici, quattordici tatuaggi e fisico statuario, ha tradito e lasciato Emma Marrone per Belén Rodriguez, facendo arrabbiare mezza Italia. Soprattutto donne.

Con la showgirl argentina sta da tre mesi: trenta percepiti, visto che ogni settimana la coppia è protagonista di almeno un paio di copertine. Di solito contrastanti.

Le ultime li davano contemporaneamente lasciati e in attesa di un figlio. Stefano, diventa papà? «Per il momento no. Ogni volta che mi fidanzo lo dicono. Però mi piacerebbe».

Troppo presto? «Come dice mia madre: “Sono i figli che scelgono quando arrivare”».

Ultimamente il destino è stato clemente nei suoi confronti. «Ho faticato e ora è arrivata la ricompensa. Lavoro da quando avevo 15 anni. Ho fatto il parcheggiatore, il cameriere e, prima di Amici, il fruttivendolo».

Emma aveva ragione quando disse a Vanity Fair che non era innamorato di lei? «Quella era una riflessione dettata dalla rabbia. Ha detto anche che non amava me ma l'idea di me: siamo stati insieme tre anni, mi aveva in casa, non ero un'idea, ero reale. Però è vero che non avevo per lei le stesse attenzioni che ho per Belén. Ora ho capito che l'amore vero fa impazzire».

Può raccontare com’è andata con Belén? «Ci incontrammo la prima volta l’anno scorso ad Amici e non mi fece nessun effetto. Ma perché non avevo avuto modo di conoscerla. Poi, lavorando insieme, ho capito che lei è tutto quello che non ti aspetti da una showgirl: è simpatica, disponibile, non è pesante, trasmette serenità. All’inizio ero diffidente, ma quando ho smesso di sfidarla e ci siamo iniziati a conoscere, ho perso la testa».

Che cosa c’è stato di sbagliato in tutta la vicenda? «I tempi. Forse avremmo dovuto lasciar passare qualche settimana, fare le cose con calma, ma non funziona così. Mi fanno ridere certi commenti, tutti parlano come se non sapessero che cos’è un colpo di fulmine. Sapevamo che sarebbe scoppiato un caso, ma non potevamo farne a meno».

L'intervista completa sul numero di Vanity Fair in edicola dal primo agosto.

 

FONTE: VANITYFAIR.IT


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