Susanna Camusso, a L'Aquila per presentazione "Carta dei diritti universali del lavoro"

10 Marzo 2016   15:40  

Si è svolta questa mattina a L'Aquila presso l'auditorium del parco, assemblea sindacale della CGIL che ha vista l'importante partecipazione di Susanna Camusso.

La leader sindacale durante il suo intervento ha toccati diversi punti sulla situazione del lavoro in Italia, ed ha presentato la "nuova Carta" dei diritti universali della lavoratrici e dei lavoratori.

"Per promuovere la nuova Carta dei diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori abbiamo programmato piu' 35 mila assemblee in tutta Italia, quindi e' un lavoro capillare ovunque. La nostra Carta vuole cambiare la ricetta sul lavoro, dunque vola un po' piu' un alto". 

"L'informazione ripropone ogni volta traducendo tutto in corride invece che in proposte e in capacita' di leggere il futuro noi - ha osservato Camusso - riteniamo che ci sono stati 20 anni di legislazione in cui si e' pensato che la riduzione del costo del lavoro avrebbe determinato lo sviluppo del Paese.

Pensiamo che sia ora di tirare una croce e vedere che risultati ci sono stati: perche' abbiamo perso attivita' produttiva, perche' siamo meno competitivi, perche' abbiamo meno produttivita', perche' abbiamo un lavoro che tende da impoverirsi e a dequalifcarsi; quindi, evidentemente, bisogna cambiare ricetta.

La ricetta ritorna e riparte dal fatto che bisogna dare valore al lavoro e perche' impoverirlo non permette di valorizzarlo, ne' di fare crescita nel Paese.

Basti pensare al fatto che se si continua ad esportare la ricchezza nelle mani di pochi, manca la domanda aggregata del Paese e la domanda aggregata generale quindi abbiamo levato lo sguardo piu' in alto tanto che la nostra proposta non e' di ritornare dove eravamo ma riscrivere una idea di quali devono essere i diritti in capo all'insieme delle persone, quali sono i diritti nuovi che servono per affrontare i temi del cambiamento del lavoro.

Tant'e' - ha aggiunto la segretaria generale della Cgil - che la nostra Carta non si rivolge solo ai lavoratori dipendenti ma prova a guardare anche come e' cambiato il mondo avendo condizioni differenti dal passato rispetto il tema delle collaborazioni e lavoro autonomo.

Questi diritti non possono essere disgiunti e contrapposto con il lavoro dipendente sara' una misura e una dimensione che vanno ben oltre la dialettica sui singoli provvedimenti di qualche tempo fa che non hanno tolto ne' aggiunto niente rispetto ad una crociata che da 20 anni pensa che togliere i diritti e ridurre i costi di per se' avrebbe cambiato il futuro". 

Parlando della situazione locale ed in particolare delle problematiche che stanno attraversando i lavoratori della Intecs, la segretaria Camusso ha detto:

 "Questa come altre vertenze non possono piu' essere affrontate a livello locale, vanno fatte emergere a livello nazionale in un tavolo di crisi con governo e parti sociali".

 Il 70 per cento dei 107 lavoratori dell'azienda aquilana che si occupa di ricerca in telecomunicazioni e' oggi in cassa integrazione a rotazione e per la Intecs c'e' dietro l'angolo lo spettro della chiusura. 

 "Il Paese non ha un indirizzo - ha aggiunto Camusso - Il governo non ha una politica industriale, ma asseconda solo quello che chiedono le aziende. Se qualcuno dice vendiamo la chimica il governo dice 'va bene, vendiamola'".

Uno dei lavoratori della Intecs ha poi fatto osservare al segretario della Cgil "che ci sono tanti lavoratori tra i 40 e i 50 anni che vengono ritenuti vecchi per il mercato del lavoro, quando in realta' non e' piu cosi', perche' hanno ancora competenze e potenzialita'.

E' assurdo parlare gia' di prepensionamento perche' a 50 anni si e' ancora giovani". "Questo e' vero, ma non dimentichiamoci che al governo c'e' qualcuno che vorrebbe farci lavorare fino a 80 anni", ha commentato Camusso non senza ironia. 

 

Intervenendo poi sul problema pensionistico, la Camusso ha detto "c'e' una vertenza unitaria che e' aperta e che ha i tempi e i modi di una vertenza. C'e' una piattaforma e se il governo non risponde ci si mobilita.

Ma e' una piattaforma che riguarda un argomento contingente, non la riscrittura del sistema dei diritti del nostro Paese".

Poi facendo una riflessione sul sistema produttivo,  "E' evidente che c'e' una perversivita' della criminalita' organizzata nel sistema produttivo di questo Paese che e' crescente.

Quindi e' un elemento che fa fare a tutti i conti con il fatto, una convinzione, che il sistema produttivo fosse di per se' sano. E' una convinzione che va ampiamente verificata nelle singole situazioni".

 "Poi - ha proseguito Camusso - c'e' la diffusione di forme di penetrazione della criminalita' organizzata in settori di attivita' che si avvalgono in varie occasioni del caporalato come strumento per agire". Nel ricordare che la Cgil e' parte civile in processi per caporalato e camorra, la segretaria ha evidenziato come "cio' si pone in diretto contrasto con il lavoro perche' esso per essere di qualita' e regolato ha bisogno intorno a se' di legalita'. Ma fare questo ragionamento significa sconfiggere un luogo comune, come e' accaduto anche nella ricostruzione de L'Aquila, secondo cui il messaggio che viene fatto passare e' comunque intanto lavori, intanto hai un po' di reddito, ma di che ti lamenti?

E' quello che chiamiamo il lavoro pur che sia che e' uno dei piu' giganteschi alibi della crescita del lavoro nero e delle forme di frantumazione dei diritti e di caporalato e delle forme di organizzazione piu' o meno schiavistiche", ha infine affermato Camusso.

 

 "Per la ricostruzione de L'Aquila post sisma si sono persi troppi anni", ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, "Basta guardarsi intorno.

E' ovvio - ha osservato Camusso - che siamo felici che ci siano dei cantieri; pero' sappiamo anche quanto tempo e' passato, per quanto tempo i cantieri non si aprivano, per quanto tempo il centro di questa citta' era chiamato 'zona rossa' e si poteva venire a visitarlo solo con i caschi in testa.

Dunque, penso che ci sia una grande ferita che e' stata lasciata a questa citta' da scelte che non sono state quelle che noi avremmo fin dall'inizio voluto. Cioe'  iniziare il processo di ricostruzione subito. 


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