Tagli all'INPS, i dipendenti scendono in piazza "contro chi vuole affossare l'Ente"

Manifestanti di tutte le sigle sindacali dall'intero Abruzzo

04 Ottobre 2013   12:50  

Nell'attuale contesto di profonda crisi economica, anche la previdenza sociale ha raggiunto i minimi storici, a causa di continui e pesanti tagli imposti alla stessa INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale).

E' evidente che, indebolendo l'INPS, si va ad indebolire sempre più lo stato sociale, ed é per questi motivi che i dipendenti delle sedi abruzzesi dell'Ente, riuniti sotto varie sigle sindacali, hanno deciso di intraprendere questa mattina una protesta di fronte il palazzo della prefettura di Pescara.

Circa un centinaio gli impiegati dell'istituto di previdenza che, da tutta la regione, si sono riversati nel centro del capoluogo adriatico, con bandiere e fischietti, per esprimere il proprio dissenso in maniera pacifica tramite un sit-in.

"Siamo qui per manifestare la nostra ferma opposizione ai tagli indiscriminati sui salari accessori dei dipendenti INPS, il cui effetto é ancora più pesante se si considera che i contratti sono bloccati fino al 2014", ha affermato Vincenzo Traniello della Cisl FP, ricordando come "l'INPS ha la funzione di ammortizatore sociale, per cui va da sè che, penalizzandolo con tali tagli, si va a penalizzare l'intero stato sociale. Dovrebbe avvenire il contrario, ed allo stesso modo il lavoro dovrebbe essere una priorità assoluta per lo Stato".

Nello specifico, i tagli sul salario accessorio totale dei dipendenti ammontano complessivamente a circa 93 milioni di euro, che ripartiti singolarmente stanno a significare 300 euro in meno di stipendio mensile per ciascun impiegato.

"Si tratta di un vero e proprio attacco che da anni viene perpetrato nei confronti dell'istituto, con il fine ultimo di smantellarne il ruolo", ha dichiarato, rincarando la dose, Vito Pavone dell'USB, impiegato presso l'INPS di Teramo.

Attraverso leggi e spending review, infatti, negli ultimi anni l'INPS ha subito un taglio in termini di bilancio di addirittura 532 milioni di euro (il 50% dei quali riguardano le spese di funzionamento dell'istituto), senza dimenticare la sempre maggiore esternalizzazione dei servizi, tra consulenze esterne ed il ricorso ad aziende private per la preparazione delle istanze di presentazione o per la produzione dei software.

Tutte decisioni che, secondo Pavone, "andranno inevitabilmente a penalizzare sia gli utenti che la redistribuzione, oltre a noi dipendenti, passati da 40.000 a 26.000, oltre ad aver dovuto subire l'accorpamento con altri enti a fronte di un aumento di competenze cui non é corrisposto alcun aumento contrattuale".

"Stiamo assistendo alla volontà di distruggere la previdenza pubblica a vantaggio esclusivo di quella privata", ha concluso il rappresentante USB, ricordando come "insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali continueremo ad intraprendere nuove iniziative di protesta, come quella di oggi e come il blackout informatico di ieri negli uffici di tutte le sedi INPS d'Abruzzo".

Lorenzo Ciccarelli


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