Tangenti Aca, H20: ''Intorno alla gestione idrica un sistema clientelare e malavitoso''

18 Luglio 2013   15:40  

Comunicato stampa del Forum abruzzese dell'Aqua sui clamorosi arresti dei vertici dell'Aca

''Gli arresti e le inchieste confermano tutto quello che da anni il movimento in difesa dell’acqua ha denunciato all’opinione pubblica, alle forze sociali e politiche, ma anche agli organi giudiziari.

Sulla gestione del bene comune acqua si è creato un sistema clienterale, malavitoso e di fatto privatistico simile a quelli già noti a livello nazionale, quando a gestire sono società private o miste pubblico-private.

L’intreccio affaristico tra settori economici e politico-istituzionali è evidente a tutti!Da anni chiediamo che i cittadini possano conoscere e partecipare alla gestione del bene, perché è solo attraverso una maggiore responsabilità e partecipazione sociale che una proprietà pubblica delle reti può evitare buracrazia e clientelismi.

Abbiamo stravinto un referendum contro le privatizzazioni ed i tre governi che si sono succeduti non lo hanno applicato e son stati solo capaci di aumentare le tariffe in un momento di grave crisi.

In Abruzzo abbiamo chiesto di partecipare, senza percepire un soldo, alla gestione per controllare e migliorare il servizio e le porte si sono chiuse.

A livello locale, l’Assi di Pescara ha votato per la ripubblicizzazione, ma l’Aca, formata dagli stessi sindaci, non l’ha mai discussa.

Si stanno chiedendo revisioni tariffarie basandosi su bilanci che le stesse autorità definiscono poco credibili.

Un commissario-tecnico al servizio idrico, che da anni percepisce un lauto stipendio per controllare e raddrizzare una situazione catastrofica, oggi grida allo scandalo di un debito che si aggira intorno ai di 300 milioni, senza provare nessuna vergogna.

Abbiamo presentato una proposta di Legge Regionale di riordino del servizio idrico e la Regione fa orecchie da mercante.

Ora, a scandalo avvenuto, chi fa parte dello stesso potere affaristico afferma “ fuori la politica dall’acqua“ forse per insediare qualche “tecnico “ di propria fiducia che sappia “ gestire” direttamente ed in modo assoluto il Sistema Idrico Abruzzese,,escludendo di nuovo i cittadini.

Non è la politica a dover essere buttata fuori dalla gestione dell’acqua, ma i politici ed i tecnici corrotti!

Per tutto questo chiediamo ai Sindaci, soci e detentori del 100% del capitale di Aca S.p.A., spesso conniventi con una gestione del servizio idrico clientelare e privatistica, uno scatto d’orgoglio per i propri cittadini e il bene comune Acqua.

Noi pensiamo che una Politica per la difesa dell’acqua può realizzarsi attraverso una trasparenza vera e per questo vogliamo un AUDIT SUL DEBITO, che revisioni e spulci in brevissimo tempo tutti, proprio tutti, i conti dell’Aca.

Vogliamo che a farlo sia un gruppo di tre esperti: uno nominato dalle amministrazioni comunali, che si sono opposte alla politica clientelare dell’ACA, uno dai lavoratori del settore ed uno da parte del nostro Foro Abruzzese dell’Acqua, che da anni e senza nulla pretendere per sè ha lottato e difeso l’acqua dalle politiche clientelari e privatistiche .

Verificati i conti e le magagne si può costruire una gestione pubblica, di diritto pubblico e partecipata del bene acqua, che si fondi sul controllo, la responsabilizzazione e partecipazione di cittadini, lavoratori del settore e poteri locali come hanno fatto Napoli, Palermo o Reggio Emilia.''

 


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