Tasse da restituire al 100%: L'Aquila dice no e scende in piazza

22 Ottobre 2012   10:56  

Oggi pomeriggio alle 16,30 L'Aquila torna a manifestare per far valere i suoi diritti e per potestare contro l'incredibile intenzione da parte del governo, di richiedere indietro al 100% i contributi Inps e Inail, sospesi a seguito del sisma e la cui restituzione era stata ridotta del 60%.

Il motivo sarebbe, secondo il ministro Fornero, che tale riduzione per l’Unione Europea sarebbe un aiuto di stato.

ll provvedimento tocca le imprese che hanno superato in eccedenza i 200 mila euro del "de minimis"che dovrebbero quindi restituire tutto ciò che hanno avuto con l'abbattimento della legge del 60%, in quanto considerato come de minimis.

Questo significherebbe mettere in ginocchio delle aziende già provate. Negli ultimi due anni, infatti, nell'aquilano c'è stato un decremento d'affari del 25% ad anno e il 2013 non promette nulla di buono dobbiamo impedire con ogni mezzo che si verifichi un esodo delle imprese che hanno riaperto o che si sono rilocalizzate.

L’Unione Europea in realtà ha chiesto chiarimenti sulle agevolazioni riconosciute a vari territori colpiti dai terremoti negli ultimi decenni (l’Abruzzo ma anche l’Umbria, le Marche e il Molise) ma il ministro Fornero chiede indietro i soldi soltanto ai cittadini e alle aziende abruzzesi.

Nidil: ''Una mazzata per partite Iva e precari''

''Il rischio di restituzione del 100% dei contributi Inps e Inail sospesi a causa del terremoto vuol dire che oltre al danno si profila la beffa. La circolare Inps numero 116/2012, quella che prevede il pagamento al 100% dei contributi non versati nel periodo aprile 2009/giugno 2010, impatta in maniera pesantissima sulla vita e sul salario delle lavoratrici e dei lavoratori iscritti alla gestione separata dell’Inps (collaboratori a progetto, partite Iva eccetera), rapporti di lavoro che troppo spesso nascondono, in realtà, un vero e proprio lavoro subordinato.

Già all’indomani del sisma queste lavoratrici e questi lavoratori poterono molto parzialmente usufruire delle agevolazioni messe in campo dal governo. Furono infatti pochissimi quelli che poterono goderne.

A queste lavoratrici e lavoratori che all’indomani del terremoto persero il lavoro e ricevettero (pochissimi in realtà, lo ripetiamo), un “aiuto” di 800 euro al mese per soli tre mesi, restando senza alcuna forma di ammortizzazione sociale, l’Inps chiede di procedere autonomamente al conteggio di quanto avrebbero dovuto versare a titolo di contribuzione previdenziale e versarlo interamente, in rate di minimo 50 euro al mese.

Per di più queste lavoratrici e questi lavoratori non avranno nessuna possibilità di utilizzare meccanismi di riassorbimento di quanto dovuto, tramite ad esempio il contributo cosiddetto de minimis, in quanto persone fisiche e non imprese.

Ancora una volta sui precari della città e del cratere sismico si abbatte un’ulteriore mannaia su condizioni salariali e di vita già al limite della sussistenza l’organizzazione dei lavoratori precari, sarà dunque presente all’assemblea cittadina di lunedì 20 settembre, anche per dare voce alle tante e ai tanti invisibili che l’Inps e il governo intendono colpire in maniera del tutto ingiustificata e vessatoria''.

Confindustria: "Non escludiamo lo sciopero delle tasse"

“Non pagheremo noi gli errori di chi fa le leggi. Esiste una responsabilità per gli atti compiuti o anche quella è uno scherzo?

Mi sembra doveroso riportare il pensiero comune degli Imprenditori: se una legge emanata dal Parlamento non conta nulla siamo in un Paese di ciarlatani. Ho sentito sui media nazionali interviste ed interventi: tocco con mano che l’Italia intera non ha capito nulla perché tutti pensano che gli Aquilani non vogliano pagare le tasse.

Ma noi le stiamo pagando, e tutte, già da giugno 2010 e da gennaio di quest’anno quelle dei mesi immediatamente successivi al sisma con un “abbuono” del 60% da restituire a rate: ora ci si viene a dire che questo “sconto”, chiamiamolo così per facilitare la lettura, deve essere restituito per intero e subito anziché in 120 rate.

In barba ad una legge che già non aveva voluto trattare L’Aquila al pari delle altre aree geografiche colpite da sisma che, ancora oggi, a distanza di vent’anni e più, godono dei benefici fiscali.

Ma dove sta la certezza del diritto (di cui dovremmo essere la Patria)? In che cosa dobbiamo credere se non nelle leggi? Un Paese senza legge è un Paese incivile, terzomondista, costretto ad affidarsi alla fatalità, alla furbizia, ai cartomanti.

Qualcuno già suggerisce lo sciopero delle tasse: forse l’illegalità potrebbe essere una risposta obbligata alla mancanza di legalità.

CNA: ''Decisione inaccettabile''

"E' inaccettabile che il ministro Fornero non riconosca all'Aquila le agevolazioni fiscali di cui hanno beneficiato tutte le regioni italiane colpite da terremoti. Dobbiamo difenderci da una logica di trattamento del governo iniqua, che ci vede trattati diversamente dalle altre regioni terremotate - ha spiegato Del Re - chiediamo che nulla venga cambiato rispetto a quello che è già attuato perchè il discorso dell'abbattimento delle tasse non è un aiuto, ma un riconoscimento dei danni subiti dal sisma. Gli aiuti saranno quelli che, spero, arriveranno per far ripartire l'economia.''

CGIL: ''Il ministro Fornero deve dimettersi''

''La prima cosa da chiedersi è se la Fornero può restare al suo posto. Ce lo chiediamo non per spirito polemico ma per un motivo molto preciso: come fa un ministro della Repubblica ad occupare quel ruolo se è il primo a chiedere di violare una legge?
Ci riferiamo ovviamente alla vicenda della restituzione delle tasse e dei contributi, in particolare alla risposta che il ministro Fornero ha dato in Parlamento alla richiesta di spiegazioni dell’onorevole Lolli.
Una risposta incredibile da parte di un ministro della Repubblica, che non solo dice di essere d’accordo a violare una legge che non va interpretata ma soltanto rispettata, ma aggiunge di essere stata parte attiva nella decisione presa dall’Inps e dall’Inail, una vera chiamata in corresponsabilità.
Che da parte della Cgil il giudizio sul ministro Fornero sia critico e molto negativo è cosa già nota (con le sue decisioni d’altra parte si qualifica come il ministro del non lavoro), mai però ci saremmo aspettati una scelta così mirata e diretta verso un territorio terremotato i cui cittadini sono alle prese con i problemi che conosciamo, le cui aziende rischiano la chiusura ed i cui lavoratori saranno chiamati a restituire la parte dei contributi che pensavano di non dover pagare. Un vero e proprio salasso.
Se parliamo di una scelta mirata e diretta verso un territorio è per un paio di motivi.''

Appello per L'Aquila: ''Le mazzate Inps e Inail: il Governo è sordo, allora è necessario urlare''

''In questi giorni sul nostro territorio grava la mannaia della restituzione al 100% dei contributi non versati di Inps e Inail.

Vale per imprese, partite iva e lavoratori dipendenti. Parliamo di circa 200 milioni di euro. Le circolari Inps e Inail fanno riferimento a una procedura di infrazione avviata dall’Europa e, si badi bene, ancora non conclusa ovvero di cui ancora non si conosce l’esito.

Quindi ad oggi vale la legge che stabilisce l’abbattimento del 40% in 120 rate. Punto. Il Consiglio comunale di ieri ha approvato all’unanimità un ordine del giorno di Appello per L’Aquila concordato precedentemente con tutti i gruppi in commissione.

Si chiede al Sindaco di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per risolvere con il Governo questa situazione.

Lo abbiamo chiesto tutti insieme senza alcuna distinzione di colore politico.
Nessun astenuto, tutti favorevoli. Purtroppo in Parlamento la risposta del Ministro Fornero all’interrogazione dell’on. Lolli sull’argomento, non è stata per nulla confortante, anzi pare addirittura aggravare la situazione.

E’ necessaria allora una battaglia che coinvolga tutto il territorio: da tutte le forze politiche alle associazioni di categoria con in testa i cittadini.

Per questo ci adopereremo insieme ad altri per organizzare un’assemblea per decidere le azioni di lotta.

Se questa convocazione partisse da tutti i capogruppo del Consiglio comunale sarebbe un bel segnale di forza: un’intera città unita che per una volta mette da parte le appartenenze per un obiettivo che ci riguarda tutti.''

 


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