Tasse, dopo il sereno la mannaia europea, un mese per presentare le motivazioni agli aiuti

Mentre si continua a discutere l'E.U. mette tutto nero su bianco

19 Dicembre 2012   09:31  

Se pensavamo che la proroga Inps sulla restituzione dei tributi al 100% fosse un bel cielo azzurro, magari non sapevamo che ben 7 giorni prima la Commissione Europea pubblicava sulla Gazzetta Ufficiale un documento nel quale si contestano tutti gli aiuti dello Stato italiano alle imprese dopo ogni calamità naturale dal 1990 ad oggi.

"A seguito del terremoto che ha colpito la Sicilia orientale (province di Siracusa, Catania e Ragusa) nel periodo 13-16 dicembre 1990 (...)" 

"A seguito delle alluvioni del novembre 1994 in Italia settentrionale (che hanno colpito 257 comuni in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Veneto), l’Italia ha adottato una serie di leggi che autorizzano la sospensione e il deferimento del versamento delle imposte (...)"

"(...) nel 2006, una riduzione del 50 % sui tributi e contributi a favore delle imprese aventi sede legale o operativa nei comuni della provincia di Catania colpiti dal sisma e dall’eruzione dell’Etna nel 2002 (...)"

"(...) nel 2008, una riduzione del 60 % sui tributi e contributi a favore delle imprese aventi sede legale o operativa nei comuni dell’Umbria e delle Marche colpiti dal sisma del 1997 e quelli del Molise e della Puglia colpiti dal sisma del 2002 (...)"

"(...) analogamente, il 12 novembre 2011 è stata introdotta una riduzione del 60 % sui tributi e contributi a favore delle imprese aventi sede legale o operativa nei comuni dell’Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 (...)"

Una lista di devastazioni e calamità che non commuovono l'Europa, ma che devono essere valutate con i giusti strumenti affermano i tecnici di Bruxelles: 

La Commissione, secondo una prassi costante, considera che i terremoti, le inondazioni o le eruzioni vulcaniche costituiscano calamità naturali ai sensi del suddetto articolo. Le imprese danneggiate a seguito di tali eventi potrebbero pertanto qualificarsi come beneficiari di aiuto per l’importo del danno subito. Tuttavia, i regimi in questione non contengono nessuna definizione di danno e non stabiliscono alcun nesso tra l’aiuto e il danno subito a seguito delle calamità naturali. Risulta inoltre che i regimi non si limitino a compensare il danno subito dall’impresa e che i costi ammissibili non siano fissati in base al danno subito. 

Insomma non si giudica la possibilità dello Stato italiano di aiutare le imprese in difficolta, ma si contesta il metodo e poi aggiungono: 

(...) le informazioni fornite dall’Italia non permettano di concludere che le misure siano destinate, per loro stessa natura e considerato il relativo meccanismo di funzionamento, ad ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali. 

Insomma ancora una volta si contesta il "modus operandi" della politica italiana e si mettono a rischio migliaia di aziende in tutta italia.

L'Italia avrà tempo fino all'11 gennaio per presentare le sue considerazioni, certo con il Natale, Capodanno e l'epifania di mezzo, in piena bagarre elettorale....

 


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