Tasse terremoto, Cgil: quanti posti di lavoro a rischio per una decisione intollerabile

13 Aprile 2018   10:01  

Lunedì la Cgil in piazza ci sarà. Parteciperà con le proprie strutture e i propri lavoratori alla manifestazione aquilana contro l’assurda richiesta di restituire le tasse che lo Stato e il governo italiano (con una legge conquistata con la mobilitazione e la lotta ed approvata dal Parlamento) avevano deciso di non chiedere alle imprese di un territorio martoriato da un terremoto. Per smuovere un governo che finora ha ritenuto di non dover aprire con l’Unione europea una vertenza sacrosanta per cambiare un orientamento dove sembra prevalere soltanto una burocrazia miope che non tiene in considerazione neppure gli effetti reali, concreti, di una tragedia.

La Cgil dunque ci sarà. Scenderà in piazza perché i burocrati non possono assestare un altro colpo a un territorio che faticosamente si sta rialzando in piedi, e perché penalizzare le imprese con un provvedimento assurdo finirebbe per colpire anche le persone che in quelle imprese lavorano. Quanti sono i posti di lavoro a rischio? Quante sono le aziende che potrebbero non farcela e avviarsi alla chiusura? Si rendono conto, i burocrati italiani ed europei, che dietro le carte e le procedure ci sono persone in carne e ossa, lavoratori e imprenditori, che rischiano tutto soltanto perché hanno fatto affidamento su quanto era stabilito da una legge dello Stato italiano?

Lunedì in piazza la Cgil ci sarà, a sostegno di una vertenza che dovrà proseguire per far cambiare una decisione assurda ma anche per richiamare tutti, la politica e la burocrazia, sul fatto che sono episodi come questo che le persone non tollerano più e che riducono la fiducia nelle istituzioni.

 

 



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