Teramo, ballottaggio tra Ferrani e Gregorio sull'out difensivo

Dubbi anche in mediana e sugli esterni di centrocampo

14 Dicembre 2013   12:46  

Dopo la bella e convincente prova di Lamezia, il Teramo prosegue nel ritiro di Villafranca la preparazione al match  di domani contro il Messina al "San Filippo", in passato teatro di ben altre categorie.

Il Diavolo di Vincenzo Vivarini giunge in Sicilia con certezze ritrovate, ed al tempo stesso con grande voglia di proseguire nella nuova scia positiva, come ha dichiarato lo stesso allenatore: "In questi giorni abbiamo lavorato abbastanza bene, la squadra mi è parsa abbastanza recettiva e carica, il che mi consente di guardare con un certo ottimismo alla gara di domani".

"Il Messina è una compagine che a livello di individualità è senza dubbio molto ben attrezzata, che ha incontrato qualche difficoltà nella prima parte di stagione, probabilmente anche per via delle pressioni di una piazza esigente. L'impegno di mercoledì a Lamezia? Difficile dire se ne risentiremo a livello fisico, in ogni caso ho sensazioni positive".

Nel suo consueto 4-2-3-1, il tecnico di Ari deve ancora sciogliere alcuni dubbi, per i quali potrebbe prendere le decisioni definitive anche solo domani prima della gara. Il più grande è dato dal rientro di Angelo Gregorio dopo la squalifica, che però potrebbe vedersi costretto a lasciare il posto a Manuel Ferrani, ben comportatosi a Lamezia sulla fascia: dal suo impiego a destra o al centro della difesa, dipendono anche l'impiego di Stefano Scipioni a destra o a sinistra, e quello eventuale di Nebil Caidi.

Ancora da stabilire anche gli interpreti in mediana, dove Diego Cenciarelli appare in questo momento il solo certo di partire dal primo minuto, e sulle fasce, dove Vivarini cerca sempre di far ruotare il più possibile gli uomini. Per il resto, sicuri al 100% di giocare dall'inizio sono Speranza al centro della difesa e Dimas e Vittorio Bernardo come seconda e prima punta.

L'arbitro di Messina-Teramo sarà il signor Morreale di Roma, assistito dai guardalinee Manco di Vibo Valentia e Mangani di Latina.

Lorenzo Ciccarelli


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