In Abruzzo, la società Terna sta costruendo un elettrodotto ad alta tensione che collega Villanova a Gissi. L’autorizzazione è del 2013.
Silvia Ferrante è una cittadina abruzzese che fa parte del movimento popolare che ha contestato da subito la costruzione dell’impianto, il suo potenziale impatto ambientale e sanitario, la sua utilità.
Sit-in, resistenze pacifiche, richieste di accesso agli atti: si è svolta in questi termini la battaglia pacifica e non violenta del movimento popolare contro l’elettrodotto della Terna.
Silvia si è vista chiedere dal gruppo Terna (il colosso italiano di reti per la trasmissione dell’energia) ben 16 milioni di euro di risarcimento, frutto di 24 citazioni in sede civile.
Insieme a Silvia sono state citate in giudizio altre decine di persone. A schierarsi in loro difesa, i sindaci di Lanciano, Paglieta e Castel Frentano, che hanno depositato ricorsi contro l’opera.
Il comitato “No Elettrodotto Villanova-Gissi” lamenta anche il fatto che questo Elettrodotto sarebbe un “gigante dai piedi d’argilla”, visto che dovrebbe per un terzo essere realizzato in aree alluvionali e a forte rischio idrogeologico. E sono parecchi i proprietari che si oppongono all’esproprio del proprio terreno.
Se non intenda intervenire sulla Terna per evitare atti intimidatori contro i cittadini che si oppongono a quell'opera con un uso strumentale delle denunce giudiziarie particolarmente evidenti nel caso di Silvia Ferrante, attivista abruzzese dei comitati in difesa dell'ambiente.