Terremotati manganellati a Roma: rinviati a giudizio tre manifestanti

07 Giugno 2012   15:58  

Il Gup del Tribunale di Roma, Flavia Costantini, ha rinviato a giudizio tre giovani trentenni, due di Roma ed uno dell'Aquila, con l'accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, perche' avvenuta in concorso con altri manifestanti.

I fatti si riferiscono alla manifestazione del 7 luglio 2010 a Roma, quando migliaia di aquilani, sfilarono per le vie di Roma, chiedendo l'emanazione di leggi finanziarie a sostegno dell'Aquila e delle decine di migliaia di sfollati, dopo il terremoto del 6 aprile del 2009, che causo' la morte di 309 persone.

I tre giovani manifestanti sono accusati di aver opposto resistenza al personale della polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza, schierata all'inizio di via del Corso, consistita nello spintonare il personale disposto per l'ordine e la sicurezza pubblica e nel pressarlo contro i mezzi blindati con l'intento di forzare il blocco, cosi' da eludere la prescrizione imposta alla manifestazione.

Sempre ai tre manifestanti e' stato contestato l'aver raggiunto indebitamente la sede della Camera dei Deputati e quella della presidenza del Consiglio dei ministri con l'aggravante di aver esercitato violenza mediante oggetti atti ad offendere. Nel corso dell'udienza nella quale gli avvocati difensori dei tre imputati hanno mostrato il video e le foto della manifestazione, il pm Giancarlo Amato, ha insistito per il rinvio a giudizio.

L'udienza e' stata fissata il 4 ottobre dinanzi la Quinta sezione collegiale di Roma. I tre giovani in caso di condanna rischiano una pena che va dai 3 ai 15 anni di carcere. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Gregorio Equizi del Foro dell'Aquila, e dagli avvocati Marco Maria Monaco e Marco Lucentini, del Foro di Roma.

Il primo attestato di  solidarietà agli indagati arriva dall'onorevole del Pd Giovanni Lolli:

''Oggi sono stati rinviati a giudizio 3 ragazzi, di cui 2 romani, per la manifestazione del 7 Luglio 2010 quando migliaia di aquilani arrivarono a Roma per una grande manifestazione.

Pensare di rappresentare quella manifestazione come un’iniziativa violenta, diretta o strumentalizzata da forze esterne al movimento dei cittadini aquilani vuol dire offrire una rappresentazione del tutto fuorviante di quello che fu effettivamente quella giornata. 

Io c’ero. Ho partecipato in prima linea a tutte le fasi di quella giornata, posso testimoniare che violenze non ce ne furono e le tensioni che si determinarono furono di gran lunga inferiori a tensioni che spesso si verificano in manifestazioni nella capitale.

Certamente le migliaia di cittadini aquilani presenti erano molto determinati a difendere i loro diritti ma lo hanno fatto tutti rimanendo nei limiti di una protesta decisa e civile. In ogni caso i protagonisti fummo noi, i cittadini aquilani, tutti.

Se responsabilità ci sono, sono di noi tutti, a partire da quelli che come me, anche per il ruolo che ricopro, sono sempre stati in prima fila per tutto il giorno Nell’esprimere la mia personale solidarietà ai ragazzi rinviati a giudizio confido in un atteggiamento che sappia comprendere lo spirito della giornata e resto a disposizione delle autorità per essere ascoltato in tutte le sedi in cui verrà ritenuto opportuno.''


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