Terremoto, Aldo Grasso: "I danni al territorio? E' che non siamo all'altezza delle nostre bellezze"

da Corriere.it

31 Gennaio 2012   10:43  

I danni al territorio anche per colpa nostra.

La situazione drammatica dell'Aquila Macerie a L'Aquila Prima di dare la colpa al clima, pensiamo alla nostra inadeguatezza.

«Presadiretta» di Riccardo Iacona, con Silvia Bencivelli ed Elena Stramentinoli, ha aperto con un servizio sul terremoto dell'Aquila (Rai3, domenica, ore 21.38).

E lasciamo perdere il passato, con l'accusa a Guido Bertolaso di aver sottostimato le informazioni su un possibile terremoto, soffermiamoci solo sul presente.

La situazione è drammatica: altro che promesse di una nuova città, di ricostruzione rapida, di messa in sicurezza degli edifici storici. Alcuni esperti mostrano come le nuove case siano costruite su una faglia attiva, altri mostrano lo stato d'abbandono di gran parte della città, altri ancora fanno osservare come in tre anni si sia fatto ben poco.

Stessa situazione in Liguria, a Genova e nelle Cinque Terre, teatro delle ultime alluvioni: anche qui si continua a costruire come se nulla fosse accaduto invece di lavorare per rimediare ai danni e mettere in sicurezza il territorio. Paesi come Monterosso, Vernazza e Brugnato sono ancora pieni di fango e terra e i lavori di messa in sicurezza sono appena iniziati. Eppure tanti amministratori locali continuano ad autorizzare nuovi cantieri, nuovo cemento. Colpa del clima, che sì certo sta cambiando, o colpa nostra?

Quando vengono mostrate, sopra il Levante ligure, le immagini dei boschi che stanno morendo per incuria, dobbiamo sempre dare la colpa a qualche agente esterno? A Brugnato, il sindaco Claudio Galante della Lega Nord ha rilasciato l'autorizzazione per la costruzione di un mega outlet di 23 mila metri quadrati sei giorni prima che la Regione Liguria bloccasse con un decreto tutti i cantieri già avviati in attesa di verifiche idrogeologiche. E se ne vanta. E rivendica il diritto di costruire in nome dei suoi concittadini. Anche la foce del fiume Magra, che è sempre a rischio alluvioni, diventerà a breve un enorme cantiere.

La verità è che non siamo all'altezza delle bellezze del nostro territorio.


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