Terremoto, crolli Via Sturzo: "Pilastri scollegati dai solai, calcestruzzo scadente e poche staffe"

La perizia dei consulenti della Procura

27 Aprile 2012   11:51  

Nuova udienza, oggi all'Aquila, del processo sul crollo dei due palazzi in Via don Luigi Sturzo. Il Gup l'8 aprile 2011 aveva rinviato a giudizio, con l'accusa di omicidio e disastro colposo, Augusto Angelini di 85 anni, unico indagato tra i presunti responsabili del crollo della palazzina al civico 33 e 39 in cui complessivamente sono morte 30 persone a causa del sisma di tre anni fa.

In mattinata si sono susseguite le toccanti testimonianze dei sopravvissuti, parenti e familiari delle vittime. A rispondere alle domande del Pm, tra gli altri, la madre di Annamaria Russo, morta sotto le macerie insieme ai quattro figlioletti, Maurizio Natale che nel crollo ha perso il figlio di 21 anni.

E poi è stata la volta dei consulenti dell'accusa. L'ingegner Domenico Liberatore, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università La Sapienza di Roma, ha illustrato la relazione generale sulle caratteristiche del terremoto e sulla sismicità aquilana.

La scossa di terremoto del sei aprile 2009, secondo il documento, "rientra nel quadro della sismicità storica della città".

"Abbiamo analizzato - ha spiegato in aula il consulente - le registrazioni accelerometriche ed il catalogo sismico dell'Aquila. Abbiamo registrato le stazioni del centro storico ed alcune a 5, 6 chilometri.  Noi abbiamo tenuto conto anche delle caratteristiche dinamiche delle strutture e le dinamiche del terremoto. Un edificio soggetto a questa accellerazione in centro storico ha subito il 21% (0,21g) del proprio peso di forza del sisma. A L'Aquila la normativa prevedeva 0,25g per le costruzioni (che è variata da 0,07g negli anni)".

"Questo tipo ti terremoto negli ultimi 100 anni si è verificato 8 volte - argomenta il consulente -. Dopo la scossa sono crollati 15 edifici in cemento armato, largamente meno dell'1%.  Se fosse stato un terremoto eccezionale i crolli sarebbero stati molti di più".

"I crolli, in generale, sono dovuti alla vulnerabilità degli edifici. In via Sturzo sono crollati solo il 33 e il 39, nel resto della strada gli edifici hanno subito notevoli danni ma nessun crollo".

"Abbiamo considerato la caratterizzazione del sisma, la natura del terreno, lecaratteristiche della struttura al momento del crollo e da progetto" ha poi spiegato Antonello Salvatori, ingegnere e professore associato dell'Università dell'Aquila, anche lui consulente tecnico nominato dalla Procura.

"I due edifici sono crollati perché è stata disattesa la caratteristica di avere una struttura resistente in tutte le direzioni. Sia il 33 che il 39 non avevano telai che potessero farli resistere in tutte le direzioni".

"Una violazione ben precisa della normativa" spiega Salvatori.

Le armature sarebbero state disposte solo su due lati del pilastro e non su tutti. Le strutture, inoltre, sarebbero state costruite in difformità alla normativa e al progetto.

Al civico 33, poi, sarebbe stato rilevato calcestruzzo estremamente scadente, e inferiore di più di tre volte rispetto alla normativa, tanto da compromettere la tenuta dell'edificio persino in assenza di eventi tellurici. Il civico 39 aveva invece valori leggermente superiori ma sempre inferiori rispetto alla normativa.

Anche il numero delle staffe sarebbe stato inferiore a quelle previste dalla normativa e dal progetto.

"La prima cosa che abbiamo notato sono i pilastri completamente fuoriusciti dalla struttura che non avevano nessuna aderenza fra pilastro e solai, superficie assolutamente liscia, assenza di legame chimico fra calcestruzzi e colonne slegate alla struttura". E poi i periti ritengono siano state fatte "valutazioni dei carichi e dei pesi sottostimate".


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