Terremoto, la prima condanna: tre anni a Diego De Angelis, che nel crollo perse sua figlia

19 Ottobre 2012   11:24  

Vittima e colpevole, così rischia di configurarsi la prima condanna arrivata dai oltre 200 filoni di inchiesta aperti sui crolli del terremoto.

La prima sentenza arriva per il crollo dove rimasero vittime 20 persone in Via Generale Rossi.

Tre anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici per Diego De Angelis, ingegnere e direttore dei lavori dell'edificio di via generale Francesco Rossi.

Si tratta di una condanna per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. A deciderlo è stato il giudice Giuseppe Romano Scarsella

Tre le persone che erano alla sbarra, oltre De Angelis, anche Davide De Angelis e Angelo Esposito: il primo collaudatore (fratello di Diego) il secondo titolare di un'impresa di costruzioni intervenuta in alcuni lavori di restauro della palazzina. Per i due il pm Fabio Picuti ha poi chiesto e ottenuto l'assoluzione, a scangionarli una perizia tecnica.

La storia è incredibile e racconta un fatto che caratterizza il sisma dell'Aquila, tra i 309 morti ci sono parenti e amici un po' di tutti i sopravvissuti. E così capita che tra le vittime dei crolli ci sia la figlia del condannato.

Una storia tragica, il padre paga due volte con l'atroce dolore della perdita di una figlia e con la condanna come responsabile di quella e altre perdite. Tutti i genitori delle vittime del sisma si sentono piscologicamente colpevoli "non ho protetto i miei figli" ma per lui, Diego De Angelis, la condanna non è autoprodotta, è sentenziata dalla giustizia.

Nel crollo morirono 20 persone tra queste la figlia della stesso De Angelis, Jenny (26 anni).

Per comprendere la tragicità dei fatti basti pensare che dopo la sentenza, il pubblico ministero Fabio Picuti, che ha chiesto e ottenuto la condanna, ha preso tra le mani il volto del condannato per consolarlo.

"De Angelis è stato onestissimo, per lui ho la più grande ammirazione. Gli volevo suggerire la risposta durante il suo interrogatorio - ha ammesso il pm in aula - dimmi che hai fatto la verifica strutturale e non l'hai depositata. Oppure dimmi che non abbiamo saputo trovarla. Se mi avesse risposto così signor giudice le assicuro che avrei chiesto l'assoluzione, ma De Angelis non se l'è sentita di mentire. E io l'ammiro. Però dicendo la verità ha dato la piena validità del capo d'imputazione". 

 


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