"The Expendables", l'ultima sfida di Stallone

La recensione del film

08 Settembre 2010   12:37  

"The Expendables - I mercenari"

Regia: Sylvester Stallone
Cast:
Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Eric Roberts,  Randy Couture, Steve Austin, David Zayas, Giselle Itié, Terry Crews, Mickey Rourke, Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Charisma Carpenter, Gary Daniels, Nick Searcy, Amin Joseph, Senyo Amoaku, Matt Medrano, Hank Amos, Aaron Aguilera, Lauren Jones.
Genere:
Azione
Durata:
103 minuti
Voto:
OO

 

Barney Ross è un uomo che non ha niente da perdere. E’ coraggioso, privo di emozioni, è lui il capo, il saggio e lo stratega di questa banda che vive ai margini della società, una banda di uomini uniti da un forte legame. Le uniche cose cui è legato sono un camioncino, un idrovolante e la squadra di mercenari moderni composta da Lee Christmas ex SAS ed esperto di qualsiasi arma dotata di una lama, Yin Yang maestro di Close Quarter Combat, Hale Caesar che conosce Barney da 10 anni ed è uno specialista di armi a canna lunga, Toll Road grande esperto di demolizioni considerato come l’intellettuale del gruppo e Gunnar, veterano del combattimento ed esperto cecchino, in lotta con i suoi‘demoni’ personali.


Stallone è l'uomo delle sfide. Non gli piace seguire i tempi che corrono, vive nel passato e cerca di riportare questa sua tendenza al malinconico in ogni  film. Solo per fare degli esempi recenti, l'attore ha rispolverato due vecchie glorie del cinema come "Rocky" e "Rambo", regalando ad ognuno di loro un nuovo capitolo delle rispettive saghe.


Con "The Expendable", però, la fatica è stata doppia. Primo perchè stiamo parlando di un prodotto inedito, ed è quindi dovuto partire da zero, e, seconda questione non meno importante, era contornato da un cast davvero notevole, pieno di stelle (anche se molte di loro hanno piccoli cammei) difficili da tenere buone. Sicuramente, per questi aspetti Sly è riuscito ad essere convincente.


La storia è buona, il testosterone abbonda, l'azione non manca e nemmeno le battute cameratesche, marchio di fabbrica delle pellicole da lui firmate. Stallone, insomma, è stato bravo a prendere spunto dagli action di una volta ("Quella sporca dozzina"), ma pretende troppo quando vuole rispolverare tutto in salsa tarantiniana (non è roba per lui).


E' presuntuoso anche quando cerca di dare spessore a personaggi che non ne hanno e non ne possono (forse addirittura devono) avere. Ogni qualvolta si scende ad indagare nella vita privata dei protagonisti, si ha sempre la sensazione di un pretesto per aggiungere altra azione e violenza ad un film che, in fondo, dovrebbe accontentarsi di intrattenere perchè quello, in sostanza, fa.


Il lungometraggio, infatti, ha un cast variegato ma latita di attori veri: abbiamo esperti di arti marziali (Jet Li), wrestlers in abbondanza e persino un comico televisivo. Impossibile quindi, dare ai personaggi una profondità maggiore di una macchietta coi muscoli ben pompati. Senza contare, poi, che quasi tutti gli interpreti sono attempati e risultano, quindi, ridicoli nei panni di implacabili mercenari.


Stallone, insomma, nella sua mania di andare contro tutto e tutti forse esagera: si può vincere la sfida contro la tecnologia (praticamente assente) ma se l'avversario è il tempo che passa, allora c'è davvero poco da fare.

 

Francesco Balzano

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